“PARADA” è una associazione che opera, all’estero ed anche in Italia (www.parada.it) collaborando con varie ONG presenti sui territori.
Il regista Marco Pontecorvo (figlio di Gillo) ne viene a conoscenza tramite stampa e telegiornale, incontra il vero Miloud, parte per Bucarest e realizza il film.
Miloud (Jalil Lespert) è un giovane clown francese di origine algerina che decide di spezzare la monotonia dei suoi giorni Parigini e si reca da un amico (assistente sociale) a Bucarest in cerca di “linfa vitale” e nuovi stimoli.
Appena sceso dal treno, nella Romania appena post-Ceaucescu, scorgerà immediatamente la realtà dei , piccoli bambini di strada, adolescenti scappati dagli orfanotrofi, animali impauriti capaci di “mordere e commuovere”.
Ma a Miloud non difettano “fantasia, follia e coraggio” e soprattutto sensibilità e forza d’animo, e riuscirà ad entrare in contatto con questo tipo di realtà apparentemente “dura ed impossibile” con le armi dell’empatia e della pazienza.
Pian piano restituisce dignità e fiducia ai questi piccoli teneri esseri “sub-umani” rifiutati da negozianti e tassisti, ma addirittura capaci di distendere la loro ingenua ala protettiva verso la vita che nasce, li persuade a provare rispetto verso loro stessi, sporcandosi le mani e non soltanto nel fango di una realtà che soltanto tramite penetrazione può esser aiutata e compiutamente compresa, ed un passo alla volta, tra fiducia ed inconsapevolezza, apre porte, “erige edifici”….
Non si arrende quando gli voltano le spalle le persone che dovrebbero aiutarlo, se ne infischia dei rischi connessi alla criminalità, non demorde neanche quando la polizia Romena tenta di metterlo fuori gioco (e fuori dal paese…) con una infamante accusa di pedofilia artatamente montata e la sua Ambasciata pare non volerlo proteggere.
Tra canali, treni e binari intravede le doti nascoste ed innate di questo gruppo di reietti, vince la loro diffidenza, , li “forma” con la conoscenza della sua arte di strada ed organizza uno spettacolo…
È (ad esempio quelli di -Robert Veleanu e -Cristina Nita) . Racconta di una storia vera e trae senza dubbio forza da questo, riesce a rendere lo “sporco” delle realtà con la sua “ripresa traballante” e neo-realista…ogni tanto cede all’enfasi ed alla retorica perdendo magari terreno sul piano squisitamente “lirico-artistico” ma con una onestà di fondo che poco toglie alla bella trasposizione di questo trionfo della volontà e dell’amore.
Nel finale, prima dei titoli di coda, indovinato ed in qualche modo “devastante”, il ritorno brusco a quella realtà (in bianco e nero…) che ancora non ha trovato rifugio tra braccia forti ed accoglienti, ma che film come questo possono senza dubbio contribuire a pubblicizzare e risolvere.