LE NOSTRE RECENSIONI CINEMATOGRAFICHEConsigli e dissuasioni psicologichesui film da vedere e da non vedereal cinema – 17 –

Pietro (Nanni Moretti) si trova casualmente coinvolto nel salvataggio di una sconosciuta che sta affogando, Eleonora (Isabella Ferrari), ma nello stesso tempo, a casa sua, la moglie Lara sta incidentalmente morendo: unica spettatrice sua figlia. Quando giungerà al suo villino di Roccamare il destino avrà già giocato tutte le sue carte e ci sarà solamente la sua piccola “pulce” a “rimproverarlo istintivamente” della sua assenza in un momento così decisivo.
Forse saranno le parole della sua Claudia a suonare come un eco di condanna, o forse la “porta” che la bambina gli apre è una invitante e disperata via di fuga dall’incubo, ma Pietro, apparentemente , in parte incapace di elaborare il lutto ed in parte divorato dal senso di colpa, decide istintivamente di rimanere “sempre” vicino alla sua piccola, dapprima sulla panchina antistante la scuola, poi trasformando tutto lo spazio attorno nella “sua zona dove vivere”.
…E vive “controtempo” Pietro, in “spazi differenti”, abbandona il lavoro o se ne cura con indifferenza….pian piano prende confidenza con il nuovo ambiente circostante.
, la sua “traversata nel deserto” e la sua trincea sono questo “luogo casuale” dove amici, colleghi e conoscenti lo vanno a trovare e, paradossalmente, ad inondarlo dei loro problemi, dubbi, angosce, a tal punto che Pietro suo malgrado diventa un punto di riferimento; senza vera intenzione è costretto a ricordare, a rivangare, e infine, “liberato” dalle candide parole dell’innocenza della figlia, risorge e viene “rilasciato” definitivamente alla vita…diverso…. uguale…rinnovato?….
, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, .
Nel momento in cui il protagonista viene investito da un dramma irreversibile e la vita presenta con asprezza il conto degli errori, delle questioni irrisolte e delle occasioni perdute, è che in modo “naturale e non contrastabile” , divide e unisce persone, cambia e spariglia destini.
Nel si affacciano vecchi e nuovi fantasmi da cacciare, da evitare o coi quali si puo’ anche convivere; il sesso è una fiammata istantanea, fugace, rabbiosa, una forma di rivalsa, di condanna…. o di espiazione
“Inconsciamente costretto” a rallentare, quasi a fermarsi e “ritrovare il tempo giusto”, , diventando un “punto di ristoro” attorno al quale gira il mondo delle persone a lui vicine. Al bar/ristorante dove ora mangia tutti i giorni e del quale finisce per conoscere ogni dettaglio (dal padrone alle pietanze), vengono amici, affaristi, il suo collega Jean Claude, suo fratello, Marta la sua amante di due notti; ci si confessa, si prendono decisioni, “fluttuano” incontri e confidenze, ripartono vite giunte al “primo capolinea” e si imboccano strade nuove e rivitalizzanti, e pian piano, .
Gradevole racconto, ma non troppo capace di scavare nel profondo, almeno sul grande schermo, circa il dolore, la “magia” della vita e le inaspettate opportunità che essa sa offrire nei momenti apparentemente meno indicati, ben recitato da un gruppo di attori “azzeccati” ma che vengono poco esaltati nel loro pure interessante profilo, che però rimane solo in accenno, forse per ragioni di tempo o di sceneggiatura.
L’unica figura ben tratteggiata risulta essere quella del protagonista, Nanni Moretti, ancora una volta a cimento con la morte ed il suo “nero dolore” come già ne “La stanza del Figlio”, stavolta non anche in cabina di comando ma semplice attore. Buona prova la sua anche se è difficile, soprattutto “per noi”, scansare la sua figura “caratterizzante ed ingombrante” , ma se è vero che “l’esercizio” è arduo lo è altrettanto che per poter onestamente valutare il suo operato bisogna sgomberare il campo di ogni “retroterra Morettiano”, perché nonostante alcune “convergenze” la storia qui è tutt’altra.
Il tempo probabilmente potrà poi meglio sentenziare circa il reale spessore di questa pellicola.
A parziale scusa di questo non troppo lusinghiero giudizio possiamo soltanto giocosamente parafrasare Pietro/Moretti ed il suo stesso “monito” finale “Le cosa bisogna dirsele…sempre…Ricordatelo!”…

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