L’ “Operazione Bernhard”, ovvero la storia autentica del colpo di coda del regime Nazista, che tentò, con l’ausilio di professionisti Ebrei, dapprima di seminare scompiglio nell’economia Inglese e di foraggiare se stesso poi, stampando Sterline false e proponendosi poi lo stesso sforzo nel tentativo di “attaccare” addirittura il Dollaro e gli Stati Uniti.
Nella “gabbia d’oro” di Sachsenhausen gli “addetti” alla falsificazione del denaro non erano trattati alla stregua degli altri ben noti campi di concentramento ed anche un letto morbido anziché una tavola “sembrava essere ed in parte anzi era”, una significativa differenza.
Il viennese Ruzowitzsky ci introduce in questo particolare spaccato tra le altre notissime vicende del più grande dramma del secolo scorso e forse di tutti i tempi, raccontando la storia di , fuorilegge, professionista nella riproduzione di “valori e documenti”, messo a capo di un manipolo di e che in balia di accadimenti ben oltre la soglia di tolleranza di un essere umano
La caratteristica peculiare di questo film sta proprio nel mettere in evidenza il singolare gioco delle parti, che talvolta pare ribaltarsi, tra coloro che sono vessati ed i loro carnefici, costretti a gioire entrambi all’unisono per i medesimi risultati (esser riusciti a trarre in inganno nientemeno che la Banca Centrale d’Inghilterra), nonché di riuscire a sottolineare ancora una volta l’eterno dilemma dello scegliere se “uscire di scena da uomini” o continuare una esistenza da marionette (esser fondamentale pedina, alla lunga distanza suicida, della macchina da guerra tedesca), ovvero “vivere da ebrei o morire da uomini”.
Il servile (pur di aver salva la vita) ed il suo idealista e ribelle compagno di prigionia sono due facce di una stessa realtà agghiacciante e senza vie di fuga quale fu quella dei “campi nazisti”, : chi potrebbe mai dire, ancora oggi in analoghe situazioni, quale possa esser la giusta via da seguire…
L’alto ufficiale “Herzog” nel tentativo di stimolare i propri “schiavi-protetti” con un tavolo da ping-pong che possa funger loro da svago, propone una inquietante riflessione anche in una “prospettiva moderna” , la sua famiglia è una rapida finestra “esterno campo” che atterrisce e fa riflettere.
La “cifra” di questa pellicola, oltre che nella bravura tecnica e recitativa, sta anche ovviamente nel dolore e lo sgomento che riesce a provocare in noi, legata ad una tematica ben lontana dal poter concedere trastullo anche per un solo istante, a guerra finita, al tavolo verde di un casinò, dove in grande quantità, , fisches avute in cambio di banconote false… il vecchio “amore, sfida e cappio”, in caso di necessità clonabile all’infinito: