LE NOSTRE RECENSIONI CINEMATOGRAFICHEConsigli e dissuasioni psicologichesui film da vedere e da non vedereal cinema – 10 –

La latitante coscienza critica dell’America riguardo la “questione Irakena” trova un solido baluardo nel suo regista premio oscar della scorsa stagione (“Crash”); riaffiorano grazie a Paul Higgis (almeno sul grande schermo) domande “dormienti” e dubbi accantonati per incertezza, paura o egoismo.

c’erano Sansone ed i Filistei e Davide con i suoi sassi e la sua fionda.
In quegli stessi luoghi ora un altro David è morto in guerra.
David è anche un bambino al quale va insegnato che i mostri vanno combattuti da vicino.

C’è ancora Golia contro Davide ma stavolta le armi da fuoco ci sono eccome, ed anche molto di più.

; una bandiera capovolta (“è una richiesta internazionale di aiuto…vuol dire che siamo nei casini…”) è un segno del destino ed al tempo stesso il filo conduttore che si dipana accanto agli sforzi indagatori ed introspettivi di un poliziotto militare in pensione particolarmente intuitivo (Hank – un ottimo Tommy Lee Jones) mosso dal fuoco sacro della perdita precoce del figlio, in guerra.
Bravissime anche la poliziotta “senza macchia e senza paura” “Charlize Teron” e la diafana “madre-dolore” Susan Sarandon.
Le immagini di un telefono cellulare poco alla volta tornano alla luce e disvelano inferno, onori e disonori.
È una sorta di apologo straziante questo film, contro la campagna “di democrazia e di pace” del Presidente Bush ma capace di manifestare tutto .
Piccolo ma sentito omaggio a tutte le vittime innocenti che non ci sono più ed tutte quelle che ancora sono condannate a soffrire per chissà quanto tempo ancora, reduci da un campo di battaglia demoniaco ma non ancora tornati per davvero alla vita.
Tommy Lee Jones il mastino rognoso che cerca la verità ed anche brandelli di se stesso e di un rapporto filiale con lati oscuri che non potranno purtroppo più esser portati alla luce, metafora di quello a cui ogni americano dovrebbe tendere.
Haggis si conferma regista capace di leggere tra le righe anche a confronto con un avvenimento mastodontico, e con tocco discreto, ordinato, ma “dannatamente” incisivo, ci racconta .

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