Roma, 24/06/03
La band capitanata dall’uomo in penombra, Robert Fripp, che questa volta non si indigna per le foto, nonostante il preventivo invito all’astensione, ci incanta con due ore e più di musica sempre nuova ed in evoluzione, che, con le sue trame suggestive e galattiche, ci offre uno spunto di riflessione sul nostro mondo in crisi, non dimenticandosi di divertirci con suoni e ritmi, dai quali è difficile non rimanere coinvolti.
Umilmente, Robert ci prepara al concerto con una deliziosa e dolce introduzione solista al suo "lunar mode", un sistema di apparecchiature che, collegato con la sua chitarra, può praticamente produrre note dalle sonorità infinite, mentre le ultime persone del pubblico si sistemavano rapidamente per assistere al Concerto.
Conclusasi l’introduzione, il gruppo, accolto da un pubblico caldo e generoso, fa il suo ingresso sul palco ed il cantante-chitarrista Adrian Belew intona le liriche del primo pezzo del loro ultimo album "The power to believe", subito seguite da "Level five", sempre dall’ultimo album, che riesce a concludersi bene, nonostante ci fosse stato un problema con la chitarra di Adrian proprio su questo pezzo corale introduttivo.
Superato lo scoglio dell’inizio, i pezzi si susseguono, emozionando e coinvolgendo sempre di più un pubblico compatto nel valutare la maestria dei musicisti e l’unicità dell’evento: "Prozakc blues", "The construkction of light", dal precedente album omonimo, poi "The facts of life" e "Elekctric", dall’ultimo lavoro, "One time", un hit per questi ultimi Crimson, "Dinosaur", e ancora "Dangerous curves", che, nonostante la sua drammaticità , coinvolge il pubblico nel ritmare questo bolero, seguita da "Happy with what you have", pesantemente metallica e per finire "Larks tongues in aspic IV" con la sua inevitabile coda.
Ma il pubblico è tutto con loro e, nonostante durante il concerto qualche flash abbia disturbato il libero fluire della musica, il gruppo non si è risparmiato, offrendo un bis nutrito e vario, prima con l’assenza di Adrian, in un pezzo suggestivo e di avanguardia, tracce del quale troviamo nei lavori dei Projekcts, poi con Adrian che, nonostante le imprecisioni, ha avuto successo nel riproporci "Three of a perfect pair" in versione acustica, e poi il gran finale con il gruppo al completo che ha travolto l’audience con "Elephant talk" e la amatissima e, ormai quasi immancabile, "Red".
Il gruppo continua, negli anni, a cambiare e ad evolversi; notevole, infatti, in questa formazione, l’apporto della sezione ritmica con un Pat Mastellotto gigantesco e possente nel suo drumming sapiente e creativo, e Trey Gunn alla Warr guitar, che ora suona anche lo strumento in versione orizzontale, (probabilmente uno dei musicisti più bravi al mondo con questo moderno strumento dalla gamma sonora che muove dai più profondi bassi ad acuti da chitarra), che svolgono il loro compito con affiatamento e ritmiche virtuosistiche.
Un concerto che ha lasciato tutti soddisfatti, mentre Adrian, Trey e Pat ringraziavano partecipi il pubblico rapito, ed il solito Robert se ne andava solitario ed in penombra lontano dagli occhi dei suoi fan.
Antonio De Honestis
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