Una finta riforma della Difesa

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Le comunicazioni del Ministro-Ammiraglio Di Paola alle Commissioni parlamentari sul , su cui si è discusso ieri in Consiglio dei Ministri e che dovrà  ora approdare in Parlamento con un Disegno di Legge Delega, è un nuovo . In pratica, la montagna ha partorito il classico topolino.
Dopo aver creato ad arte un effetto attesa per una riforma complessiva dello strumento militare e l’impostazione di un Nuovo Modello di Difesa che comportasse decisi risparmi, il , ma si preannuncia come una operazione di in pochi aspetti residuali .
"Dopo la manovra ‘Salva Italià, che ha chiesto pesanti sacrifici a tutto il Paese con tagli a pensioni, sanità  e welfare ci saremmo aspettati un come il cacciabombardiere F-35 Joint Strike Fighter – commenta coordinatore della – I soldi ricavati (ma non da subito) con il taglio di una parte del personale ".
Il riequilibrio tra i costi del personale (attualmente si arriva quasi al 70%) e le altre voci di spesa militare non si configurerà  come un dimagrimento dei fondi che lo Stato spende in questo comparto, sempre e comprendendo anche soldi non inseriti nel bilancio del Ministero della Difesa. Con un per pagare scelte di acquisizione di sistemi d’arma che .
L’. Alle nostre sollecitazioni spesso si è risposto ) e difendendo acriticamente una situazione evidentemente problematica. Ora che tali che per convinzione profonda, la risposta fornita non entra nella sostanza delle questioni e si declina in un semplice "gioco delle tre carte".
Viene poi riproposta la solita (ieri il Ministro in conferenza stampa ha parlato dei "soli 90 centesimi" per ogni cento euro di ricchezza contro gli 1,6 del resto d’Europa) ma . Nel conteggio infatti non vengono mai , in questo modo fortemente sottostimando le spese complessive.
"Se non volete credere a noi disarmisti – sottolinea, ricercatore di Rete Disarmo – che in molti e non sotto l’uno percento come ostinatamente ribadisce il Ministero della Difesa ad ogni occasione".
Già  da diversi anni si è tentato di . Dare incentivi come ipotizzato nel provvedimento presentato dal Governo configurerebbe una grave e riduzioni. Anche la tempistica proposta conferma la non volontà  di intervenire concretamente: il periodo ipotizzato di se si considera che il .
"Con l’ostentata volontà  di andare avanti con l’ – sottolinea esperto di questioni militari per – in quanto una (ma con i corposi tagli sugli ordinativi fatti dagli USA) non abbassa la fattura complessiva ed anzi ". Con il risultato di acquisire aerei non ancora pronti (per le miriadi di problemi riscontrati nello sviluppo) e senza alcun ritorno reale in termini occupazionali e industriali.
Tutte queste scelte sono poi presentate come . Una revisione così importante come quella del Modello di Difesa e dello strumento militare dovrebbe invece . Eppure in Parlamento l’intenzione di discutere c’è, come testimoniano i diversi progetti di legge depositati (sia alla Camera che al Senato) per ed anche la recente alla Camera (presentata dall’On. Di Stanislao) sulla necessità  di .
Una cosa talmente sensata che anche il ha rilasciato dichiarazioni positive a riguardo. Salvo poi .
In questo senso anche la che ben ricorda percorsi simili (che non lasciano per nulla spazio ad un confronto reale ed aperto) anche in altre questioni riguardanti il commercio di armamenti.
La – oggi impegnata nella contro l’acquisto da parte dell’Italia dei caccia F-35 che sta vedendo molti territori (sia con ) mobilitarsi per chiedere al Governo che lo riguardano. Le ultime comunicazioni degli ufficiali della Difesa, anche di fronte al parlamento, hanno diffuso dati palesemente errati ed incompleti.
La mobilitazione della . Tutte le informazioni sulla campagna e la petizione online (con i dettagli per la raccolta di firme cartacee) – raggiungibile all’indirizzo www.disarmo.org/nof35

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