Un mese di mobilitazione per dire NO ai caccia F-35

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Dal promossa da con il sostegno di Unimondo, GrilloNews e Science for Peace per chiedere al nostro Governo di non procedere all’acquisto di 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighter F-35.

La data di inizio di questa nuova fase della campagna, , non à  scelta a caso: "In quello stesso giorno nel 2007 il sottosegretario Forcieri firmava l’accordo per la partecipazione alla seconda fase del programma – sottolinea coordinatore di – in cui si mettevano le basi anche per il successivo acquisto. Ma senza prevedere, come recentemente à  stato dimostrato, alcuna penale prima della firma di un nuovo contratto: qualcosa che non à  mai avvenuto e che ci permetterebbe ancora un dietro-front".

Proprio quanto chiedono le realtà promotrici della campagna, che sottolineano gli enormi costi che avrebbe per il nostro paese una tale decisione () in una fase di crisi economica che impone grossi sacrifici a tutti gli italiani.

"In un momento di grave crisi per tutto il Paese troviamo fuori luogo che il Ministro-Ammiraglio – precisa a riguardo della Rete Italiana per il Disarmo – Parlare di un programma di elevato valore operativo, tecnologico e industriale vuol dire nel progetto". Sono infatti diverse che denunciano il continuo lievitare dei costi a causa dei tempi di sviluppo e produzione che si allungano per mettere mano ai forti deficit qualitativi dell’aereo. Chi oggi dovesse firmare il contratto per l’acquisto dell’F-35 si assume la forte responsabilità  di gettare al vento ingenti somme di denaro pubblico. "Che motivo abbiamo per farlo? Per la velleità  di alcuni Generali di spacciare l’Italia per media potenza militare industriale, violando palesemente il dettato della nostra Costituzione", conclude Paolicelli.
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Gli stessi soldi stanziati per i caccia potrebbero essere impiegati in mille altri modi più utili sia economicamente che socialmente. "Con i 15 miliardi da spendere per gli F-35 potremmo – sottolinea , portavoce di Sbilanciamoci! – oppure "; anche in questo caso il risultato sarebbe e decine di migliaia di posti di lavoro creati.

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"Il è spingere il . L’appello lanciato dalla – ricorda , coordinatore nazionale della Tavola della Pace – Il Parlamento deve impedire innanzitutto che si crei il fatto compiuto. L’Italia non può permettersi oggi di impegnare ulteriori 15 miliardi di euro, oltre ai quasi 3 già  spesi, per l’acquisto e il mantenimento di questi bombardieri, ".

In maniera è stato dato nel fine settimana a Verona, dal palco che ha ospitato la festa per il . "La costruzione di un avvenire di nonviolenza parte anche da scelte concrete di disarmo e riduzione delle spese militari – sottolinea presidente dell’associazione fondata da – ed è quindi naturale che chi lavora quotidianamente in questa prospettiva di costruzione della pace sia tra i primi a muoversi contro questo mastodontico progetto d’armamento costosissimo, contrario allo spirito della nostra Costituzione e forse anche inutile militarmente".

L’invito che la campagna lancia a tutti i gruppi locali impegnati su questi temi è quindi quello di organizzare momenti di informazione e raccolta firme, cercando anche di alla mobilitazione.

Roma, 24 gennaio 2012

Tutte le informazioni sulla campagna si possono trovare sui siti delle organizzazioni promotrici:

(Tavola della Pace)
(Campagna Sbilanciamoci!)
(Rete Italiana per il Disarmo)

La petizione online (con i dettagli per la raccolta di firme cartacee) è invece raggiungibile all’indirizzo

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