LE NOSTRE RECENSIONI CINEMATOGRAFICHEConsigli e dissuasioni psicologichesui film da vedere e da non vedereal cinema – 48

Barra a dritta e motore a tutta… viaggio “tirato” e mozzafiato tra .
Dal romanzo di Gianrico Carofiglio, vincitore del Premio Bancarella 2005, , più che una discesa agli inferi del “Giorgio – Elio Germano” a causa del fortuito incontro con il più navigato e dissennato “Francesco – Michele Riondino”, è invece , in quanto già esistente ed a malapena tenuta a freno in qualche luogo neanche troppo nascosto e distante….

percorrono per noi questa strada buia con punti di approdo differenti, passando tra dissolutezza, droga, cinismo, truffe al tavolo da gioco ed infine vera e propria criminalità.
Con un procedere del racconto ed uno stile che richiama “un evolversi molto letterario”, seguiamo l’aspirante magistrato (Germano, che poi lo diverrà veramente…) mentre il suo “vero io” liberarsi prepotente e cattivo, magari “iniziato” dal suo già disincantato compagno di viaggio (Riondino), ma che in fondo niente altro aspettava per uscire allo scoperto e sprizzare violenza e veleno (calci in faccia ai malcapitati debitori, violenza su donne troppo fiduciose…)

Due mondi “apparentemente separati da una distanza siderale” (il giovane baro incallito ed il giovanotto studioso di buona famiglia) si incrociano si per caso, ma di “violenza sopita,

Ragioni imponderabili……..inclinazioni congenite?……..… volontà indipendente… ”dipendente”…. ””…. …

… le facce affilate dei tavoli da poker fanno inizialmente paura ma poi diventano solo vittime, polli da spennare, vite eventualmente da calpestare senza riguardo alcuno… Il porto di notte è la porta d’ingresso al buio viale della perdizione, la torbida iniziazione di Giorgio… Francesco è il suo “Virgilio peccatore”…
Il rispetto e l’educazione sono un insegnamento scomodo e velenoso da metter da parte in qualche sperduto cassetto assieme a Marx ed Engels, relegati in libreria a far da cani da guardia alle banconote…
Chi colpisce per primo sopravvive, il caso non è per nulla assimilabile alla provvidenza ma soltanto un nemico da dominare o sconfiggere…

Estasiati, esaltati o narcotizzati purché distanti dalla “vita vera e degna” (ma c’è ancora “il ricordo e l’interesse” a questa ipotesi?……)… I segnali di avvertimento non rimettono per tempo sulla “strada del ritorno”….. si perdono nel vuoto disorientati , sono che fa male non più di qualche secondo… La parola “delinquente” con la quale Giorgio viene apostrofato dalla sua vittima sanguinante in terra è sferzante ma dura anch’essa il breve attimo di una nuova resa alla “bestia nell’anima”…

A sfaldare la possibile coppia perfetta ed , ci mette del suo anche la “solita donna tra due uomini”… ma la resa dei conti è dietro l’angolo: .
Coperto di sangue e tagli che bruciano più la dignità e l’orgoglio anziché il volto, un commissariato diventa il santuario dove , tornare forse a galla, guardare lo specchio e tentare di riconoscersi se ancora è possibile… …. ma chi può dire con sicurezza che non ci si metterà più piede?…

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