LE NOSTRE RECENSIONI CINEMATOGRAFICHEConsigli e dissuasioni psicologichesui film da vedere e da non vedereal cinema – 47-

Barcellona per Vicky (Rebecca Hall) e Cristina (Scarlet Johansson) è terra di incontri e “conoscenze” (soprattutto di se stesse), anche se a dirla tutta “il viaggio” comincia in quel di Oviedo, il paese dove il fascinoso, intrigante e seducente Juan Antonio (Javier Bardem) le invita a trascorre un week-end all’insegna di arte e sesso ().

Questa, ridotta all’osso, la trama….ed è davvero sorprendente come Woody Allen riesca a non estromettere pressoché mai il “macchinare della mente” da ogni cosa che “dice, fa, produce”; difatti è non poco interessante questo suo , commedia leggera, divertente ed accattivante (a tratti addirittura “provocante”), ma che è “decisamente infarcita” di “rimandi, domande, dubbi e suggestioni”, davvero al di sopra del solo ridere o passare il tempo.

I “ruoli e le proprietà caratteriali” dei protagonisti sono un gioco allo scoperto in questo film, e quando “tempo ed immagini” non sono sufficienti alla bisogna si lima il tutto con l’integrazione di una “voce narrante”, che non ci faccia perdere “le linee guida”
()

Così, mentre il tutto scorre in maniera niente affatto “asfissiante” per il cervello, collateralmente avviene “un disseminare continuo di dozzine di velate domande” (quasi tutte senza alcuna risposta, ma che sono veri e propri ….) relative alla sfera “vita, sesso ed amore”, senza che quasi se ne abbia coscienza… e scopriamo (o flettiamo…) che “l’amore è veramente romantico quando non si realizza” e ci chiediamo se davvero “una donna vale per quanto è difficile portarla a letto”, consideriamo che “si può apprezzare l’arte senza essere dotati per farla” e di come sia connesso l’intrigo di “analisi e suggestione che finiscono per schiacciare le gocce d’incantesimo”, se ci sia differenza o meno tra “l’esser sposati o esser sul punto di farlo”….
Insomma un fluidissimo, disincantato ed anche disinibito argomentare tra “passione e razionalità”, dove , dove accade che sia un esercizio complicato l’individuare cosa è “giusto o sbagliato” e “ e perché” ….(ammesso che lo sappia….)….. emerge l’evidenza del “rischio degli anni che passano inutili e tristi ed il sogno che ci attende a braccia aperte ma con i suoi rischi connessi”…o forse “è quella di dover per forza trovare la felicità”.

I protagonisti sono a dir poco perfetti, ma sarebbe impossibile non citare “Maria Elena/Penelope Cruz” che con bellezza, talento e vitalità irrompe sulla scena (anzi, la “ruba” a piene mani….) e fa letteralmente “saltare il banco” riguardo al “tema” (ed anche “sullo schermo”), sgretolando e destabilizzando d’un colpo tutte le insondabili ragioni dell’amore ed al tempo stesso proponendosi come elemento fondamentale di una possibile “quadratura del cerchio”.

Golf, tennis, cablature e tappeti orientali chinano il capo “tristemente” di fronte alla “insicurezza passionale della vita e dell’arte”….. la poesia e la lingua non si possono tradurre, ma di certo si possono negare per vendetta ad una umanità incapace di amare…

Tutto viene “allegramente sovvertito” e non sono solamente le “vicende di letto” a non seguire l’ordine prestabilito…. persino un “triangolo” ed un “amore saffico” riconquistano la loro reale “struttura”, ben lungi dalle anguste condanne della convenzione e della comune morale, rinsaldate anzi dal ridicolo del confronto con la “normalità” (..?..), che non ha coraggio né di giudicarle davvero, né di riderne apertamente.

E se il finale, nonostante tanto “esplosivo girovagare” chiude su un volo che riconduce verso lidi di ed anziché chiarire quali siano i “veri e profondi” desideri parla solamente di ciò che di sicuro non vogliamo, si abbandona la sala soddisfatti e divertiti e, ed improvvisamente “aperti e fiduciosi” a tutto quel che il “mistero dell’umano e del futuro può/potrebbe offrirci”,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *