LE NOSTRE RECENSIONI CINEMATOGRAFICHEConsigli e dissuasioni psicologichesui film da vedere e da non vedereal cinema – 46 –

: la terra è un pianeta inospitale ed inabitabile, la silouette dei grattacieli fa il paio con quella di enormi ed altissime pile di rifiuti compattati, gli alberi e tutto ciò che era il verde della natura sono uno sbiadito ricordo.
: ammasso di vecchia e sporca ferraglia oleosa, si muove sui suoi cingoli e meccanicamente per tutto il giorno infila nella sua pancia quadrata quantità infinite di immondizia e ne sforna cubi da impilare gli uni sugli altri. Non ci è dato sapere da quanto tempo la cosa si protragga, ma il “presente” del nostro caro pianeta quasi estinto è questo.

È “l’incipit” del nuovo progetto di animazione della “Pixar”, titolo omonimo del suo protagonista “Wall-E”, unico superstite tra le apocalittiche rovine della terra che un giorno fu (anche) teatro di splendori incommensurabili e che ora gli umani hanno abbandonato a causa del suo clima ed atmosfera invivibili (vi ricorda qualcosa?…), rifugiandosi in massa nello spazio sulla , dove per l’appunto troviamo i “superstiti della razza” (che “si presentano” dopo un bel pezzo di pellicola…) per niente disperati, ma invece intenti a godere delle offerte quotidiane, commerciali e di divertimento (..?..) di una “azienda-governo-industria-unica”, che “spaccia surrogati di vita ad una popolazione oramai imbelle ed obesa, fino addirittura alla progressiva riduzione della propria massa ossea (cade sul pavimento ed aspetta soccorsi per esser rimessa in sella….), dimentica o ignara di quelli che furono i fasti del proprio pianeta natale e finanche della propria storia e delle proprie origini (deve “mendicarne” sintetiche e poco esaustive notizie per “bocca” di un computer…), che si muove non più per mezzo delle proprie gambe bensì grazie all’ausilio di “sedie sdraio in stile hovercraft”.

Presentato da un simile preambolo ed il senso di ripulsa potrebbe prendere il sopravvento in chi sentisse agitare dentro di sè il richiamo dei molto più rassicuranti ed energicamente divertenti film della genialissima “equipe Pixar” (la Disney oramai ha questa “bandiera” solamente da sventolare con orgoglio in luogo della “defunta” creatività che fu nei suoi cartoon di stampo più classico, ridotta oggi al lumicino e diradata nel tempo perché sommersa da …)…..E invece è più che possibile, se non quasi obbligatorio, lasciarsi irretire e rapire dalla “poetica” e dal fascino antico (…sì…antico!!!…) di questa storia, che addirittura ci traghetta agevolmente lungo una “prima mezz’ora di percorso”, quasi senza l’ombra di una parola, ma dove è anche impossibile che si riesca ad affacciare un benché minimo briciolo di noia.

Wall E (il robot) diventa “metafora ma anche luogo fisico e reale fatto di ferro ed anima” dove attecchiscono e germogliano nuovamente le mai morte pulsioni primarie che furono dell’uomo e addirittura ci riconcilia con la nostra stessa natura: cominciando ad operare, quasi inconsapevolmente e per curiosità, una selezione tra i rifiuti, .
Quando la sonda “Eve” (un nome casuale per un nuovo Eden?…), altro robot decisamente più moderno, affascinante e tecnologico, scenderà dallo spazio sulla terra per raccogliere eventuali segni di una rinascita della fotosintesi clorofilliana e quindi del ritorno alla vita del pianeta, e seguendo l’irrazionale “colpo di fulmine” farà di tutto, qualsiasi cosa, per non staccarsi più dall’oggetto della sua “avvincente ed irrinunciabile emozione”.

Non c’è in fondo bisogno di dire molto di più per non svelare, tra l’altro, i diversi dettagli di “genio, fantasia ed intuizione” narrativa e visiva, che al solito popolano i lavori della “Pixar”
(ad esempio lo spazio ostruito da “satelliti spazzatura”, la luna con sonde e cartelli pubblicitari abbandonati, patetiche “cannucce” di salvataggio…).
Sappiate solamente che il è previsto anche stavolta grazie alla …

In “Wall E”, contro tutto ciò che è “asettico, programmato…. si oppone e si propone un elogio al “sentimento, alla diversità, alla contaminazione”, dove …ed alla lunga estremamente afflittivo, noioso e soporifero, se non quasi mortale.

Così alle prime note di una dimenticata musica il “piede cicciuto” batte il ritmo della danza, gli impigriti ed assuefatti schiavi della vita “preordinata e stereotipata” capiscono di getto quanto sia essenziale “provare a vivere piuttosto che serenamente sopravvivere” e, superando la compagnia e la minaccia di citazioni Kubrickiane, che assumono sembianze di un “timone quasi gemello di Hal 9000”, l’umanità flaccida ed in vigile catalessi risorge tra ovazioni di popolo al suo redivivo comandante di bordo, ed abbandona la vacanza infinita alla quale era stata “deportata” per tornare a far fiorire la vita sul pianeta terra.

… magari non troppo spettacolare ma senza neanche un punto morto o un passaggio a vuoto dall’inizio alla fine: se qualcuno lascerà la poltrona prima dell’ultima nota della sigla finale avrà perso forse uno dei passaggi più belli e “pittorici” di tutta la pellicola……ovvero

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