LE NOSTRE RECENSIONI CINEMATOGRAFICHEConsigli e dissuasioni psicologichesui film da vedere e da non vedereal cinema – 31

Down, adolescente ragazzina americana votata alla castità ed alla purezza, scoprirà suo malgrado, in seguito ad un tentato abuso alla sua persona, di esser l’incarnazione vivente del , bandiera Freudiana del complesso di castrazione. Da quel momento in poi la sua vita e la sua “coscienza” non saranno più le stesse….

Mitchell Lichtenstein, regista ed autore anche del soggetto, nonché figlio (d’arte) del più noto padre Roy, spazia con sarcasmo beffardo attorno alle convenzioni americane (e non solo americane….) dell’”ossessione puritana” e sbaraglia stereotipi e luoghi comuni senza però affondare colpi fino alle radici ma semmai “divertendosi e divertendoci”, con molta ariosa giocosità.
Con uno “sguinzagliato” e libertino gusto splatter non ci risparmia accenti “vagamente macabri” e senza paura “vira” in nero la sua commedia… poi, con altrettanta bravura, non disdegna lampi di eleganza e fantasia e così anima fotografie e trasforma lenzuola in abiti talari.

Battute taglienti miste a quadretti demenziali, centrali nucleari e mutazione, verginità più “intellettuale” che fisica, l’arma dell’ironia e della leggerezza sempre a svettare su tutto…

“Denti” non scende mai in “profondità” e, volendogli portare a confronto ad esempio il suo in qualche modo “quasi omologo” (Altman, altro figlio d’arte…coincidenza!?…), vincitore al Festival di Roma, appare ancora più chiaro il suo voler rimanere volontariamente in superficie, a fare “surfing” sulle onde di una appena accennata riflessione…

….e non mi sembra che ci sia comunque alcun motivo per chiedergli di piu’…

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