Bimba bielorussa, il tribunale ha decisoAlmeno per ora resterà in Italia

– Resterà in Italia, almeno per qualche tempo, la bambina bielorussa di 10 anni a cui i genitori affidatari italiani non consentono il ritorno al Paese natale sostenendo che laggiù ha subito abusi e violenze. Lo ha stabilito con un provvedimento esecutivo il Tribunale dei minori di Genova.

La piccola, orfana, dovrà essere riconsegnata per essere restituita alle autorità bielorusse. Per ora, però, sarà ricoverata in una struttura di accoglienza italiana, dove sarà curata da uno staff misto italo-bielorusso "nel tempo strettamente necessario" per verificare le sue condizioni psicofisiche. Il rimpatrio sarà solamente un passo successivo.

Sembrerebbe essere in parte stata parzialmente accolta, quindi, la richiesta di Maria Chiara Bornacin, 31 anni, e Alessandro Giusto, 31, la coppia di Cogoleto (Genova) alla quale la bimba era attualmente affidata. I due si erano rifiutati di farla tornare in Bielorussia, all’orfanotrofio che la ospitava, sostenendo che laggiù aveva subito abusi, violenze sessuali e atti di sadismo.

Composta la reazione alla sentenza di Maurizio Frizzi, l’avvocato che assiste la famiglia affidataria. A suo avviso, la decisione del giudice non si discosta di molto da quella presa alcuni giorni fa, con la quale aveva ordinato la restituzione della piccola per il rimpatrio.
"Il provvedimento di oggi non modifica sostanzialmente la decisione del 6 settembre scorso, ma definisce solo le modalità di riconsegna della bambina allo scopo di evitarle un trauma".

Nei giorni scorsi, la vicenda aveva causato un piccolo incidente diplomatico. I genitori affidatari avevano nascosto la bambina e sul caso era intervenuto persino l’ambasciatore bielorusso in Italia, Alexei Skripko. Il rappresentante del governo di Minsk aveva garantito che la piccola sarebbe stata curata con la massima attenzione nel suo Paese ma aveva anche minacciato, in assenza di una rapida soluzione del problema, l’interruzione della collaborazione sulle adozioni.

Nel frattempo un altro bimbo bielorusso, affidato per le vacanze estive a una famiglia di Ovada (Alessandria), ha raccontato di violenze subite dai suoi compagni nello stesso istituto. Il piccolo, che ha 11 anni, ha raccontato tutto all’équipe multidisciplinare contro il maltrattamento e l’abuso sull’infanzia e adolescenza dell’Asl 22 di Novi Ligure (Alessandria), alla quale i coniugi ovadesi si erano rivolti avendo notato cambiamenti nel suo comportamento. Il ragazzino ha parlato di maltrattamenti e violenze, di giorno e di notte, da parte dei ragazzi più grandi nei confronti di bambini e bambine.

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Fonte: www.repubblica.it

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