ROMA – Il governo è pronto a scardinare l’assunto principale della legge Bossi Fini, secondo il quale può entrare in Italia solo chi ha già un contratto di lavoro: porte aperte anche a chi il lavoro lo viene a cercare, a patto però che abbia uno "sponsor" e una somma di denaro che possa garantire il suo sostentamento.
Annunciato già nel programma dell’Unione, il "permesso di soggiorno per ricerca di lavoro" dovrebbe essere al centro di un nuovo intervento legislativo messo in cantiere dall’esecutivo per il prossimo autunno, come ha confermato ieri il ministro per la solidarietà sociale Paolo Ferrero. Secondo Ferrero questo tipo di ingresso (che recupera un meccanismo già previsto dalla Turco-Napolitano) potrebbe essere l’arma principale per combattere l’irregolarità.
La concessione del permesso per ricerca di lavoro, ha puntualizzato Ferrero, "non sarà indiscriminata", dal momento che ci vorranno uno ‘sponsor’ e una ‘dotÈ. "Lo sponsor è fornito da un’associazione, può essere imprenditoriale o di volontariato, e si prenderà cura dell’ immigrato; – ha spiegato il ministro – la dote è una somma, si pensa a 2-3 mila euro ma sulla cifra si sta ancora ragionando, che dà garanzie sul suo mantenimento durante la permanenza. è nostra intenzione creare una rete di relazione in modo da mettere il migrante in un contesto". Ciò che si rende assolutamente necessario "é assicurare all’ immigrato l’entrata regolare fin dalla prima volta", in modo da evitargli che "la prima interfaccia sia la criminalità".
Ferrero ha parlato ieri anche dei nuovi 350mila ingressi autorizzati dal governo. "Il decreto – ha ribadito- prende atto di una realtà, regolarizza chi già sta qui e lavora in nero. Il governo non ha fatto alcuna sanatoria. Bisogna avere il coraggio di dire la verità: la Bossi-Fini ha impedito l’entrata regolare degli stranieri. è la Bossi-Fini a creare Lampedusa. Fra l’altro, non si può spendere l’80% delle risorse solo per la sicurezza. Noi abbiamo dovuto far fronte all’emergenza. Il governo di centrodestra ha fatto una sanatoria di 700 mila immigrati. Noi vogliamo regolarizzare chi ha già un lavoro. Oggi ci troviamo con 500 mila irregolari, ma in realtà ce ne sono di più, che lavorano in nero e non pagano le tasse. è il frutto della politica del centrodestra, è questa la situazione che abbiamo trovato".
Un’altra modifica della legge Bossi-Fini dovrebbe andare verso la depenalizzazione della clandestinità. "Oggi – ha osservato Ferrero – abbiamo 20 mila immigrati in carcere, di questi 10 mila hanno avuto un foglio di via e non l’hanno rispettato. Non hanno fatto alcun reato contro il patrimonio o le persone. Questa è una cosa pazzesca – ha precisato – perché non solo gli stranieri possono incontrare la criminalità ma risulta anche essere uno spreco di risorse clamoroso".
(1 agosto 2006)
Fonte: www.stranierinitalia.com