La decisione del tribunale del riesame dei minori, di tenere in carcere il quindicenne romano che ha ucciso i genitori, lascia perplesso Francesco Giro di Fi. ”Se, come temiamo – ha dichiarato in una nota Giro – la decisione è motivata unicamente dal fatto che non esiste in tutta le Regione una struttura in grado di assicurare un’adeguata assistenza psichiatrica, allora vuol dire che sul fronte della cura al disagio mentale siamo davvero al collasso e lo Stato è costretto ad alzare bandiera biancà’.
”Non crediamo che il carcere sia il luogo piu’ adatto per curare la malattia mentale soprattutto nel caso di un minore – aggiunge l’esponente di FI – e avevamo ragione nel denunciare il fallimento della legge Basaglia che, se da un lato ha contribuito a porre fine alla vergogna dei manicomi-lager, dall’altro non ha promosso valide soluzioni alternative, lasciando le famiglie sole di fronte al dramma della malattia e del disagio psichiatrico”. Secondo Giro ”occorre pensare ad una strategia meno utopistica di quella di Basaglia, calata nella realtà e in linea con il ruolo e l’autonomia crescente conquistata in questi ultimi decenni dalle regioni e dagli enti locali nella vasta sfera della cura e dell’assistenza alle personÈ’.
A cio’ si dovrà aggiungere la collaborazione del mondo del volontariato, del no profit, del terzo settore, soprattutto nella cosiddetta assistenza domiciliare. Anche lo Stato dovrà fare la sua parte prevedendo nuovi finanziamenti per un settore oggi troppo trascurato e, come dimostrerebbe per Giro la vicenda del 15enne romano, allo sbando. ”Infine bisognerà incominciare a pensare a nuove strutture manicomiali, moderne e integrate nel territorio – conclude – secondo modelli di solidarietà e mutua assistenza che la Basaglia non poteva nÈ prevedere nÈ valutare nella loro potenzialità. Se tutto cio’ non verrà fatto avremo altre sentenze ambigue come quella di oggi, dove i malati di mente, anche in età minore, vengono rinchiusi in carcere, una soluzione che forse Basaglia per primo avrebbe condannato”