HA I CAPELLI biondo chiaro e gli occhi azzurri Omar. Dodici anni, è arrivato a Milano da Bucarest, in cerca di lavoro. Ma come lavavetri non ha avuto futuro: la sua presenza ai semafori attirava la polizia. Meglio sfruttarlo di notte, vendendo a prezzi stracciati il suo corpo. A Torino la baby prostituzione ha i colori del Nordafrica. Roma è popolata da piccoli bulgari o romeni. In Emilia Romagna ci sono per lo più giovanissimi albanesi.
È una geografia di disperazione quella che di notte attraversa l’Italia, e che la divide in due, perché la prostituzione maschile minorile sembra aver radici soprattutto al Centro-nord. Difficile tirare le somme del fenomeno, ma chi lavora a contatto con i bambini sfruttati non fatica a sottolineare che si tratta di un vero e proprio boom: «È rarissimo trovare minorenni italiani – spiega Marco Scarpati, presidente di
Ecpat Italia, onlus che si occupa del traffico di esseri umani – per la maggior parte oggi provengono dall’Est Europa». Non sono rapiti, come avviene a volte per l’accattonaggio, ma lasciano volontariamente i loro Paesi in cerca di lavoro. E lo trovano, in Italia (soprattutto Paese di transito) e nel resto d’Europa, sulle strade.
Una delle tendenze è “l’impiego” dei bambini in saune e centri di benessere. La loro presenza (soprattutto se di bell’aspetto) funziona da esca per clienti pedofili. «A volte questo servizio extra viene
anche reclamizzato nei siti internet», aggiunge Scarpati.
E Save the Children, organizzazione da sempre impegnata sul fronte dell’infanzia, tira le somme: sono un milione e 200 mila i minori di 18 anni vittime della tratta nel mondo, il 30% di tutte le vittime della tratta. E in Europa il fenomeno è in aumento: la tratta dei minori è raddoppiata in tre anni.
Ed è un allarme tutto italiano quello lanciato da Ecpat sulle nuove tecnologie: «Ci arrivano decine di segnalazioni – racconta il presidente – di ragazzini che anche grazie ai telefonini moderni vengono filmati nelle docce delle scuole e poi ricattati, o le loro immagini finiscono in Internet ad alimentare la pedopornografia».
– Arriva da Addis Abeba l’ultima denuncia sul fronte sfruttamento sessuale, e proviene dall’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni: almeno 20mila adolescenti ogni anno sono venduti. E a seconda delle prestazioni il prezzo dei ragazzi, dai 10 ai 18 anni, varia: la “quotazione di partenza” è 1 o due euro.
C’È CHI è ossessionato dalla pulsione pedofila. C’è il cliente abituale che preferisce i giovani tra i 13 e i 18 anni. C’è poi chi si chiede: «perché no?», e valigia alla mano prende un aereo. Destinazione est. Il fronte del turismo sessuale non ha confini. Ed è un mercato che non conosce bilanci in passivo.
Ecpat ne traccia la mappa: i bambini vengono “comprati” a prezzi che variano da 10 a 40 dollari in Thailandia, da 5 a 30 in Brasile, da 10 a 50 in Cambogia.
.
STEFANIA DIVERTITO (stefania.divertito@metroitaly.it)
METRO, quotidiano nazionale a diffusione gratuita, venerdì 21 ottobre 2005Sito Internet: www.metronews.it