ABBRACCIO D’AMORE – FAVOLA FAMOSA – …..E POI?SULLE RIVE DELLA BORMIDA – QUANDO LASCERO’SPERANZA UNIVERSALE – CI ACCORGEREMO

a Benedetta

Mentre la luna abbracciava
una stella,
appena nata,
nella limpida serata
d’un ottobre
ancora vestito d’estate,
tu aprivi le tenere iridi
al sole dell’indomani.
Il tuo primo vagito
illuminò il mio cuore
e contemporaneamente
una nuova poesia
con un soave ritornello
sgorgò dal mio animo.
In me fluirono
dolcissime note
ed ogni minuscola stella,
da lassù,
arse ancora di più.
Nel firmamento ottobrino
l’astro argenteo
cullava la stella neonata
ed io come
in un caldo gesto materno
abbracciavo te,
compiaciuta d’amore!

Apprezzo moltissimo
la famosa storiella
che narra
d’un principe felice
da vivo,
da statua infelice.

Poesia d’una giovane regina nel 1600:
Maria Cristina di Savoia

Benché io
sia sana,
ricca e bella… E poi?

E possegga
oro ed argento… E poi?

E sia da fortuna
in alto posta… E poi?

Unica quasi
per spirito e sapere… E poi?

Se pur godessi
il mondo per mille anni… E poi?

Presto si muore
e nulla resta poi.

Servi il tuo Dio
e tutto avrai dappoi!

Sulle rive
del mio fiume natale
ritrovo me stessa bambina.

Rivedendo
le acque della Bormida
avverto che il cuore
trastulla di gioia.

Attraversando
il fiume Bormida
l’età dei giochi
rifiorisce.

Sulle sponde antiche
della Bormida
comprendo meglio
la Storia.

Andando
sulle rive della Bormida
sento più vicini
quanti ho amato.

Quando lascerò
queste sponde mortali,
desidererei essere
vestita a festa.

Mi piacerebbe
avere il completo
di Principe di Galles,
la maglietta di filo bianca,
la cintura nera sulla vita,
le calze candide,
le scarpe di vernice nera
e sulla testa,
mi piacerebbe,
essere ornata
da una corona di ciclamini.

Il pensiero quotidiano
d’ogni creatura mortale:
è condurre
una vita immortale.

Ci accorgeremo
con un insolito tremore
interiore
ed un sobbalzo avvertiremo
al cuore
quando
la finestra
della nostra vita terrena
si spalancherà perennemente
per lasciare spazio
a quella
dell’Esistenza Eterna
dove rifioriremo.

L’anima nostra,
a stento,
si distaccherà
dal corpo,
errerà muta
e leggiadra
per la casa,
tra i nostri cari
in pianto,
si spingerà
verso la finestra
e liberamente
prenderà la via del Cielo.

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