GRAZIE PAPETTO MIO

Roma 9/10 Aprile 2005

La sua voce sembrava rimbombare nei cieli:
“NON ABBIATE PAURA”
Un senso di infinito amore scaturito da queste parole e da tutte le sue opere non mi farà mai più sentire sola quando lo ricorderò, mi auguro soprattutto che non ci farà mai più sentire soli, se lo ricorderemo.
Ho fatto circa 11 ore di fila c’è chi ne ha fatte di più chi ne ha fatte di meno chi è rimasto a casa, chi ha seguito dal proprio letto. Sono convinta che nessuno potrà mai fare un calcolo preciso su quello che ognuno di noi ha investito sentimentalmente dimostrandolo con le proprie azioni. Però una cosa è certa, Karol ci ha chiamato tutti, ci ha di certo smossi.
Io sono andata a trovarlo solo da morto anche se ho sempre avuto fiducia in lui, per rendere omaggio all’uomo che ha certamente impegnato tutta la sua vita per portare la pace e la libertà a noi, suoi figli e fratelli.
Ti ringrazio Karol. Ci mancherai ma proprio per questo sarai ancora più presente e forse anche noi saremo più presenti per colmare il tuo vuoto.

La fede, la fede. Io non ho molta fede, ho molte delusioni e tanta stanchezza, insita. Eppure tu mi hai chiamato: Tramite di Dio.
Mi hai dato un po’ di gioia e vita.
Proprio quella volta che a piedi passavo vicino via Petroselli per andare all’isola Tiberina ti ho visto in macchina e ho provato una grande gioia inaspettata.
Grazie papetto mio.
Abbiamo camminato lentamente e un po’ accalcati, ho creduto di non farcela a darti un ultimo saluto perché entro le ore 10 sarei dovuta andare dalla mia amichetta e magnifica baby-sitter di Federico: Lidia.
Non ho sentito la fatica, perché mi ero messa in testa di venire da te a portarti un saluto che non ti avevo dato da vivo. Avrò dormito un quarto d’ora, mi sarò seduta poco più di un ora in via della Conciliazione mentre avevano chiuso le porte del Vaticano. Ho sempre pensato che in fondo la mia fatica era poca a confronto con te; che hai scelto la tua, e a confronto delle tante croci che Dio ha dato a molta gente. Pensavo agli ebrei dentro ai treni merci accalcati per giorni, senza acqua e nè viveri, tutti in piedi compresi i bambini, talmente vicini da non avere lo spazio per sedersi e soprattutto in viaggio contro un futuro in cui gli era negato ogni trattamento da esseri umani. Mi rammarico per loro e ancor di più per chi li ha trattati cosi. Sono contenta di essere arrivata alla meta, soprattutto perché mi sono sentita anche la portavoce dei miei amici che non sono riusciti a salutarti.
Ascoltando la gente per strada e sugli autobus ho notato come fosse un sogno di tutti venirti a salutare.
Mi auguro che la gente invece di sprecare il proprio tempo in programmi d’odio, conquista e repressione, occupi più tempo realizzando il sogno di una realtà di pace, libertà ed espressione globale.
Non e cambiato molto dall’epoca nazista, il male ha assunto altre sembianze. C’è ancora la schiavitù, molta gente è facile a dare giudizi ingiusti e come nella favola di Pinocchio, tanti si lasciano manipolare dai Mangiafuoco e dalle mangiatrici di uomini dei nostri tempi; spesso bambine incomprese. I Mangiafuoco non sono mai sazi, inghiottono tutto voracemente, non fanno differenza su chi hanno davanti e continueranno a inghiottire perché non è quello che loro mangiano che li riempirà, si sentiranno sempre più desiderosi di nuovi giochetti.
Tu hai combattuto per noi instancabilmente.
Grazie per l’affetto che hai dato a tutti coloro che te lo hanno permesso, indistintamente da ciò che apparivano.
La tua candida figura si innalza nei cieli e rimarrà per sempre una delle luci che illuminerà le nostre vite.

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