Ma che orrore il santino digitale

Caro Papa Wojtyla, chiediamo scusa. Le immagini scorrono lente sul televisore. Osservo il muoversi sinuoso della folla in via della Conciliazione. Impossibile non commuoversi. Uomini, donne, bambini, tutte le età, tutte le razze, tutte le nazioni. Procedono sotto un sole incalzante verso la Basilica. Ore e ore per vedere lui, il Grande Papa. Sono tutti in fila. Sono venuti per onorare quell’uomo. La telecamera stringe sui volti. Mi domando guardandoli se tutti, ma proprio tutti, sanno quello che fanno. Se la loro spinta è così interiore. Se la loro fede è così forte. Li invidio molto. Quella motivazione mi fa pensare a quanto è difficile essere non credenti, non poter contare su qualcosa di comune, su dei simboli, su dei leader del bene proprio come questo Papa.

Poi d’un tratto le immagini si spostano all’interno della Basilica. Ho un moto di stizza. Che succede? Cosa sono tutte quelle braccia alzate? Cosa hanno in mano tutte quelle persone che si accaniscono per avvicinarsi il più possibile alla transenna? Vorranno vedere meglio. Vorranno sentirsi più vicine al Papa. Neanche per sogno: stanno cercando l’inquadratura giusta, quella più vicina, quella in cui lui, il Grande Papa Wojtyla, si vede meglio. Quella in cui di più si scorge quel piede destro riverso su un fianco: l’unico segno di una morte fortemente presente; l’unico segno di sfinitezza di quel corpo che ha contenuto con grande dignità ma umana sofferenza un’anima altissima. Quel piede destro riverso mi fa grande tenerezza: mi ricorda l’uomo e non il probabile Santo. E quelli che fanno? brandiscono i loro telefonini con videocamera per rubare l’ultima immagine del suo corpo esanime.

Che brutta scena. Provo un potentissimo senso di disgusto. Necrofilia digitale. Quando ho appreso la notizia che a Cracovia i fedeli che si sono visti negare la sepoltura del loro concittadino in patria hanno chiesto che almeno il cuore fosse consegnato loro per essere conservato ed esposto nella cattedrale, mi si erano drizzati i capelli. Che siamo tornati al Medioevo?

I telefonini si spengono nei cinema e a teatro. è vietato fare fotografie nelle chiese e nei musei di tutto il mondo. Cosa ci autorizza a portare via l’immagine digitalizzata di Papa Wojtyla il Grande, morto? Cosa ci autorizza a rompere la sacralità della Basilica di San Pietro? Perché ci sono volute 11 ore di fila? Perché si vuol dimostrare che “io c’ero”? Perché si vuole mandare un Mms alla mamma inferma che non ha potuto venire? Ma fatemi il piacere. Dopo aver visto queste immagini voglio chiedere scusa a Papa Wojtyla, Perché io, il pubblicitario, non sono stato capace di dire alla gente: comprate il videotelefonino ma tenetelo spento. Almeno una volta nella vita. Quella importante. Quella in cui un’immagine deve rimanervi nel cuore e non nella memoria del telefonino o addirittura diventarne sfondo. Non voglio sentirmi responsabile di aver creato un nuovo mostro: il Santino digitale.

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