Permessi di soggiornoSCIOPERO DELLA FAME PER IL RINNOVO

– "Non toccheremo cibo fino a quando le autorità non ci daranno ascolto". La protesta degli immigrati capitolini per il rinnovo dei permessi di soggiorno è ormai disperata.

Ieri pomeriggio Siddique Nure Alam Bachcu, presidente del Comitato Immigrati Roma, e Vladimir Kosturi, responsabile dell’ associazione albanese Iliria hanno iniziato lo sciopero della fame. Oggi si unirà a loro anche Chabab Belkacem, che rappresenta la comunità del Continente africano.

Tanti altri cittadini stranieri sarebbero già pronti a smettere di mangiare.
"Chiediamo loro di non farlo – dicono al Comitato Immigrati – e di lasciare questa forma di protesta ai responsabili delle associazioni: gli stranieri a Roma vivono già una situazione drammatica, non dobbiamo aggravarla. Ci aspettiamo piuttosto che la nostra battaglia abbia un’ eco anche nelle altre città d’Italia dove è diventata un’odissea rinnovare un permesso di soggiorno".

Appello a Ciampi
Allo sciopero della fame si aggiunge un accorato appello al presidente della Repubblica.

"Gli immigrati con in mano il Permesso di Soggiorno scaduto o il famoso "cedolino" non hanno niente", si legge in una lettera inviata ieri a Carlo Azeglio Ciampi.
"Non possiamo accedere ai pubblici servizi, stipulare alcuna forma di contratto, di casa e lavoro, stipulare atti privati, avviare i ricongiungimenti familiari, ritirare la tessera sanitaria, iscrivere al nido i propri figli, rinnovare i documenti di carta d’identità, patente o tessera sanitaria, richiedere un finanziamento, insomma siamo invisibili, giuridicamente e socialmente inesistenti".

Eppure, secondo il Comitato Immigrati "esiste un modo per risolvere immediatamente il problema".
"L’adozione di un timbro della durata di 6 mesi da applicare sul Permesso di Soggiorno scaduto, che proroga la validità in attesa che si assolvano le lungaggini burocratiche e le istruttorie di polizia previste per il rinnovo è una soluzione già praticata con successo da alcune Questure, tra cui quella di Pavia e Bologna"

"L’unica e ultima nostra speranza è Lei – concludono gli autori della lettera – Abbiamo bisogno urgentemente di incontrarla, perché soltanto il Presidente della Repubblica Italiana può risolvere questo momento di grave crisi sociale, questa emergenza che è umanitaria, riguarda le famiglie e i figli, e che al livello morale è inaccettabile e insostenibile".

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Oggetto: Richiesta per un appuntamento .

L’Associazione Dhuumcatu con tutti i suoi rispetti Vi ringrazia per i precedenti interventi a favore degli immigrati. Con questa lettera, scritta in nome del Comitato Immigrati e, soprattutto degli immigrati che vivono a Roma, la vogliamo informare dei disagi sociali e del grave deterioramento delle condizioni di vita in seguito all’inaccettabile ritardo nel rinnovo del Permesso di Soggiorno.
A Roma gli immigrati sono rinviati anche fino a dicembre 2005 per la semplice consegna della documentazione necessaria, con la prospettiva di dover attendere un altro anno e mezzo per l’ottenimento del rinnovo.
Attualmente, soltanto a Roma, i Permessi di Soggiorno scaduti e in attesa di rinnovo sono circa 45 mila, 22 mila gli immigrati in attesa di ricevere un appuntamento, a cui si andranno ad aggiungere nel mese di Ottobre-Novembre prossimo 90 mila nuove richieste di rinnovo dell’ultima sanatoria.
Gli immigrati con in mano il Permesso di Soggiorno scaduto o la ricevuta che attesta l’avvenuta presentazione della richiesta di rinnovo, il famoso "cedolino", non hanno niente: possiamo essere denunciati, arrestati, subire multe, cioè esistiamo giuridicamente solo per le sanzioni amministrative e penali, ma socialmente siamo veri e propri fantasmi. .
Siamo sicuri che lei ci appoggia quando rivendichiamo il sacrosanto diritto di far ritorno nei nostri paesi liberamente se si verifica un’emergenza ambientale o un lutto in famiglia, ma le istituzioni alle quali ci siamo rivolti sino ad ora ignorano il problema, non capiscono la sofferenza di non poter partecipare alla vita familiare, di perdere il matrimonio o il funerale di un parente. L’impossibilità di poter effettuare dei viaggi periodici nei paesi d’origine costringe noi immigrati ad un allontanamento forzato dalla vita famigliare, che sta diventando anche causa di divorzio.
Mentre noi siamo sequestrati in Italia, le istituzioni si rimbalzano le competenze: .
Attualmente non stiamo vivendo vittimisticamente la nostra dura condizione, ma stiamo collaborando per trovare delle soluzioni ai nostri problemi, perché esiste un modo per risolvere immediatamente il problema.
La proposta avanzata dai rappresentanti delle comunità immigrate, ossia l’adozione di un (articoli in allegato).
La triste verità che stiamo capendo è che nessuna autorità vuole aiutarci, perché noi immigrati non siamo cittadini del Suo Paese, siamo solo dei numeri, dei fascicoli abbandonati sulle scrivanie della Questura e dei Commissariati di Roma, numeri che stanno diventando pesanti, dal mese prossimo 150 mila a Roma che avranno tra le mani un Permesso di Soggiorno scaduto.
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L’unica e ultima nostra speranza è Lei. Abbiamo bisogno urgentemente di incontrarla, perché soltanto il Presidente della Repubblica Italiana può risolvere questo momento di grave crisi sociale, questa emergenza che è umanitaria, riguarda le famiglie e i figli, e che al livello morale è inaccettabile e insostenibile.
A partire da oggi alle ore 19.00 a Roma, in occasione di un’assemblea cittadina che si terrà a Piazza della Repubblica, i rappresentanti delle comunità immigrate e i responsabili delle associazioni inizieranno lo per far sentire la responsabilità umana a chi governa questo Paese della vita di migliaia di lavoratori e lavoratrici immigrate e dei loro figli.
Confidiamo in una sua valutazione, che accolga l’appello della popolazione immigrata, 600 mila persone col documento scaduto in tutta Italia, di cui presto 150 mila solo a Roma, e ci aiuti ad uscire da questo tunnel, che senza il suo aiuto, non ha vie d?uscita.

Roma, 30 Settembre 2004

Distinti saluti
Siddique Nure Alam (Bachcu)

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