– Famiglie dell’Est che, spinte dalla povertà, filmavano i figli minorenni in perverse scene di sesso. Un regista italiano che acquistava le videocassette e le divulgava. è l’agghiacciante quadro di un’indagine della procura di Siracusa scaturita da una serie di dettagliate denunce presentate dall’associazione Telefono Arcobaleno e che ha consentito di individuare un circuito di produzione di materiale pedopornografico tra l’Italia e l’Est europeo.
Il regista G.C., di 38 anni, è stato arrestato in provincia di Monza dagli agenti del Nucleo investigativo telematico interforze. Il provvedimento, con l’accusa di produzione e divulgazione di pornografia minorile, è stato emesso dal gip di Siracusa, Giuseppina Storaci, su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Toscano e del sostituto Antonio Nicastro.
Tra i materiali più drammatici tra quelli sequestrati nel corso delle indagini c’è, oltre al materiale pedopornografico, la voluminosa corrispondenza tra il regista italiano arrestato e alcune famiglie lituane che fornivano, dietro compenso economico, le prestazioni pornografiche delle proprie congiunte minori, alcune delle quali hanno meno di 10 anni.
"Questi soldi – scrive una donna all’arrestato in una missiva sequestrata dalla polizia – ci servono per mangiare e sopravvivere". Un’altra donna chiede al regista "l’invio di denaro per comprare una telecamera nuova" perché quella che utilizzava per riprendere le scene di pedopornografia le era stata sequestrata dalla polizia locale. Le famiglie sono state individuate dagli investigatori del Nit di Siracusa, e la procura ha inviato una segnalazione ai magistrati lituani.
Per ottenere video pedopornografici ed evitare di essere individuato, il regista, sostiene l’accusa, utilizzava un sistema di acquisto su Internet attraverso videoteche on line utilizzando delle carte prepagate su conti bancari aperti all’estero e intestati ad altre persone.
Il regista lombardo è autore di numerosi cortometraggi. Tra i "corti", uno ha colpito gli investigatori: quello che tratta la condanna a morte sulla sedia elettrica di un pedofilo. Nelle immagini, tra l’altro, si vede il "boia" che si ferma e che prima di ucciderlo gli confessa di capirlo perché anche lui condivide la passione per i bambini.
Nell’ ambito della stessa indagine sono state compiute 11 perquisizioni tra Messina, Caserta e Como e sequestrati ed oscurati sette siti internet italiani e uno realizzato a New York.
"Questa vicenda e le lettere in particolare – sottolineano dalla procura di Siracusa – dimostrano che il reato di pornografia minorile si consuma per la maggior parte in contesti di grande povertà e disagio sociale, in una logica di sfruttamento che spesso vede protagonisti senza scrupoli dei Paesi occidentali". I magistrati esprimono "vivo ringraziamento per il costante e prezioso contributo offerto dal Telefono Arcobaleno, coordinati dal presidente Giovanni Arena, nell’attività di contrasto alla pedofilia".