DOVE CORRIAMO OGNI GIORNO? PERCHÈ CORRIAMO?SIAMO CONTENTI DEL NOSTRO "ESISTERE"?

"Dovrei iniziare questa lettera chiedendoti come stai ma leggendo le tue lettere diventa una domanda superflua. Neanche a farlo apposta ho pochissimo tempo per scriverti perché devo andare di corsa a fare un lavoro importante.
Da quando però ho condiviso un po’ di Kirghisia con te mi chiedo molte cose, primo: perché sono sempre di fretta? Secondo parlando di quest’appuntamento: è veramente importante?
È successo qualcosa di strano con le tue lettere. All’inizio le ho lette come si legge una notizia curiosa su un quotidiano, poi invece mi sono accorto che sono cresciute dentro di me come un sentimento di risveglio.
Leggendo come si vive lì in Kirghisia ho notato tante cose assurde qui, che prima nemmeno notavo.
Mi sono accorto che, senza accorgermene, mi sono abituato a non vivere.
Silvano, sono stanco. Sono stanco fisicamente e mentalmente.
I miei impegni sono così lontani dalla vita e dalle cose che realmente vorrei fare e spesso faccio fatica a trovare stimoli per andare avanti.
Vivo nella speranza che arrivi presto il fine settimana per avere un po’ di tempo libero per me ma poi quando ce l’ho spesso mi capita di non sapere come spenderlo. Non sono più abituato a stare con me stesso e ad ascoltarmi.
Come sono potuto arrivare a questo? Come ho potuto permetterlo?
I pensieri che ho fatto in questo periodo grazie a te mi stanno dando la forza per progettare una nuova vita. Sto progettando una serie di cambiamenti e questi pensieri diverranno azioni. Sto già meglio.
Queste tue lettere mi hanno dato speranza. Mi hanno fatto immaginare la mia vita in un altro modo.
Verrò presto a trovarti e nell’attesa spero che la vita della Kirghisia arrivi fin qui, contagiando pezzo per pezzo tutto questo meraviglioso pianeta.
Ciao Silvano vado a fare finta di essere coinvolto in qualcosa…ma ancora per poco."

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