Robert Fripp in una sua riflessione sulla musica e sulla disciplina dell’ascolto, estratto dal suo diario on line del 27 agosto scorso.

Nel nostro tempo e nella nostra cultura, avviciniamo la musica variamente come un divertimento, sottofondo ambientale per sintonizzare il nostro ambiente, delizia estetica ed intellettuale, piacere dei sensi, ricordo del passato e dei bei tempi, forse un evento culturale. Ma la musica come medicina, manuale di istruzioni, assistente della coscienza: queste sono visioni meno comuni di Musica.

Anche relativamente non comune è la nozione che lo stato dell’ascoltatore determina significativamente il grado nel quale la musica può entrare nel nostro mondo. Semplicemente, la musica è presente nelle nostre vite solo nel grado che noi siamo presenti a noi stessi. Ciò implica che la disciplina dell’ascoltatore sia tanto rigorosa quanto quella del musicista, se intrapresa onorevolmente.

La musica è una presenza benevola costantemente e prontamente disponibile a tutti, desidera così tanto di essere ascoltata che chiama qualcuno a darle voce e qualcuno a prestarle orecchio. Che noi possiamo credere nell’inesprimibile benevolenza dell’impulso creativo.

___________________________________________________________________

In our time and culture, we approach music variously as an entertainment, ambient background to tune our environment, aesthetic and intellectual delight, sensual pleasure, remembrance of past and happy times, perhaps a cultural event. But music as medicine, instruction manual, prompter of conscience: these are less common views of Music.

Also relatively uncommon is the notion that the state of the listener significantly determines the degree to which music may enter our world. Simply, music is only present in our lives to the extent that we are present to ourselves. This implies that the discipline of the listener is as rigorous as that of the musician, if honorably undertaken.

Music is a benevolent presence constantly and readily available to all, so wishing to be heard that it calls on some to give it voice and some to give it ears. May we trust the inexpressible benevolence of the creative impulse.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *