Senza titolo

Considerare volontariato e solidarietà come forme di aiuto verso persone poco fortunate o in difficoltà è senza dubbio una verità, ma spesso non si riflette abbastanza su quanto le azioni tese ad eliminare le difficoltà degli altri ci possano tornare enormemente utili.

Si tratta di considerare quelli che potremmo chiamare e di cercare di comprendere il senso delle cose e degli accadimenti attraverso differenti punti di vista e spunti di riflessione, in modo da capire meglio quel che ci circonda e di conseguenza la nostra stessa vita.

Così tenterei questa "avventura" che sottotitolerei

Partiamo ad esempio da tutte le azioni che mettiamo in pratica per cercare di assicurarci una vita migliore e di qualità, costantemente, ogni giorno:

Paghiamo decine di migliaia di euro per avere una casa comoda per noi ed i nostri figli…
Paghiamo qualche migliaia di euro per possedere un’auto efficiente e dalla linea seduttiva…
Paghiamo un tributo di decine di ore settimanali di lavoro per ottenerne un ritorno economico che ci consenta di spesare i nostri bisogni ed i nostri desideri (alcuni, perlomeno…)
Paghiamo, talvolta, qualche euro, un euro o pochi centesimi di euro, per fare un po’ di beneficenza e mettere a tacere la nostra coscienza (o almeno, così crediamo…)

Tutto ha un prezzo…
Ogni prezzo si fa in denaro…

L’equazione è sbagliata!?

Perchè in realtà esiste un prezzo, non in denaro, che i più dimenticano di liquidare…
Pochi pagano un per fare in modo che il meccanismo che governa l’interesse generale e di conseguenza quello individuale funzioni meglio…
Quasi nessuno ritiene ad esempio di dover "spendere" una per fare in modo di alleviare le pene di qualcuno, di modo che quelle stesse pene poi non vadano a ricadere sul proprio privato.
Quasi nessuno ha la necessaria lungimiranza per capire che quella "spesa" pagherà un ritorno che non è solamente di coscienza, non è solamente di gratificazione e soddisfazione per il mero atto in se, ma che in realtà "tutto il sistema" funzionerà enormemente meglio se ognuno si costituirà parte diligente di esso…

Provate a pensare per un attimo se davvero da domani ognuno di noi esercitasse un piccolo impegno, per migliorare le condizioni di chi non ha le nostre stesse opportunità.
La nostra mente si rivolge magari immediatamente a coloro che provengono dal terzo mondo, alle ondate dei clandestini disperati che cercano una vita migliore, ma pensate anche ai nostri connazionali disadattati, depressi o disabili che vivono nel nostro quartiere, magari nel nostro stesso palazzo oppure a pochi kilometri dalle nostre abitazioni.

Non deve infonderci sicurezza il fattore lontananza, ("non mi riguarda, io vivo altrove…") perché, ed i nostri tempi ce lo stanno duramente insegnando, distanze incolmabili vengono percorse a costo di pur di fuggire dagli abissi della disperazione e non credo esista un mezzo in grado di arrestare la "sete di sopravvivenza" al di là della "elementare soppressione" della vita stessa. Possiamo pensare di cancellare l’esistenza del settanta per cento della popolazione mondiale? .
Le navi della speranza colme di "informi masse umane" che giungono dall’Africa o dall’Albania, i clandestini che accettano qualunque condizione di "misero sostento", purché prenda il posto di una morte certa continueranno ad arrivare senza sosta e, ripeto, credo che indigenti e disagiati di ogni risma ne abbiano "nei paraggi ed in quantità" oramai chiunque?.

Se solo noi ci occupassimo "prima" di queste situazioni, prendendole per tempo, forse non potremmo evitare poi di pagarne il prezzo nel nostro quotidiano? Ad esempio aiutare una persona magari depressa, sola, bisognosa solamente di affetto e conforto, non potrebbe forse evitare che poi il suo cervello ed il suo dolore degenerino fino a creare addirittura un "killer" che prende una pistola e spara alla propria famiglia e magari all’impazzata in un raptus di dolore e follia? Non sono forse questi episodi che sempre più spesso affollano i servizi dei nostri telegiornali e le pagine della stampa di ogni giorno?….
Sfamare un barbone o un extracomunitario, fargli dono "a tempo" della nostra compagnia, dargli una mano a risolvere i suoi piccoli e grandi problemi, farlo sentire rispettato e considerato, renderlo in una sola parola più "umano", un essere vivente a tutti gli effetti, aiutarlo certo anche economicamente, magari con poco denaro ma tutti, non può forse evitare che sia costretto a rubare o a compiere gesti disperati e dannosi che andranno a danneggiare la nostra stessa quotidianità?…

Si fa fatica a comprendere questo?

I più diranno certo di no, perché in realtà . Sulla quale pattiniamo veloci, senza neanche accorgerci dell?impressionante bagaglio di cose superflue che ci portiamo appresso e che rapiscono la nostra attenzione al punto di impedirle di vedere quanto poco basterebbe per migliorare il mondo circostante ed innescare un meccanismo che si espanderebbe mano a mano sempre più, fino a rendere ogni cosa più bella e vivibile per tutti!…

– tutt’altro. E anzi vorrei essere più concreto ed incisivo nell’esporre questo approccio (perché non di "idea" ma di "approccio" si tratta…) Alternativo di solidarietà e volontariato che, ci tengo a precisare, può partire anche da un fronte assolutamente laico.

Perché non deve essere necessariamente la fede a tradurre in "azione" il sentimento umano, non perché ci sia qualche cosa di sbagliato in questo, bensì perché anche un ateo può, tramite una educazione culturale e comportamentale che lo aiuti a far affiorare quelli che sono i suoi veri sentimenti, essere il traino di una azione solidale, creatore di una società non più disgregata e disgregante ma che possa finalmente essere unita con delle solide e concrete basi, con dei fatti.

Sarebbe fantastico se si potesse proporre già in un contesto di educazione scolastica, fin dai gradini più bassi dell’istruzione, delle "ore di lezione dedicate", al pari della storia, dell’inglese e la geografia, che "aiutino ad apprendere" l’importanza della cooperazione, dell’aiutare le fasce di persone più deboli, portando così anche ad una "riconsiderazione mentale" del valore di tutto ciò e di come questo possa in qualche modo "ritornare utile" e quindi migliorare la nostra stessa condizione di vita, rivelandoci nel contempo la nostra "vera" natura di "uomini"… finalmente!

Un piccolo dazio, per l’appunto, da pagare attraverso ore di studio e perché no, di praticantato, da riversare poi nella quotidianità di tutti i giorni, resa a quel punto "importante ed appagante" per il solo fatto di averla alfine "compresa"!

Non dobbiamo compiere l’errore di credere di poter risolvere i problemi del mondo e della nostra coscienza solamente con azioni pure utili come i piccoli oboli sparsi qua e là per gli uffici postali e le banche di ogni dove; non bastano le "millelire" lasciate nelle mani del primo barbone che capita, quella moneta magari elargita senza neanche il conforto di un sorriso.

.
Niente altro che morfina per sedare il nostro incontenibile egoismo.
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Tutti, ma proprio tutti abbiamo validissime ragioni per non ritenerci colpevoli di nulla.
Parecchi sperano di staccare il tagliando per il "paradiso" con il minimo impegno, con meccanicità ripetitiva e senza sforzo.
Ma questo non ci consente certo di .
Un tale modo di comportarci non ci puo? di sicuro permettere di "accorgerci" di quali e quanti sono i "mondi paralleli", le "vite che non possiamo neanche riuscire ad immaginare" e che vivono i nostri simili.
Non uno o due "soggetti", ma una sterminata moltitudine umana , che vive, si dispera e cammina (, talvolta?) e che senza rimedio, se non poniamo noi le basi per una sostenibile soluzione .

Seguite il filo?…

Vorrei chiudere con una piccola ma importante citazione ed una riflessione su quali ulteriori vantaggi possano arrivarci dall’intraprendere questa "insolita" strada:

Il primo, di matrice "filosofico-cattolica" è una sintetica enunciazione di che recita: , che a mio parere la dice lunga su quanto e come dovremmo riflettere su ciò che abbiamo e ciò che "dovremmo" dare.
.
Poco da aggiungere – la chiarezza è abbagliante quanto sconcertante -.

La seconda ed ultima è una semplicissima considerazione sui vantaggi che possono arrivarci dal frequentare le "svariate diversità" che esistono quali ad esempio le disabilità di ogni genere, la povertà, la provenienza da , e producono peculiarità preziose ed .
Ecco: un singolo "uomo" non potrà mai racchiudere o "generare" da sé , di considerazioni come quelle che possono portare le più disparate ed anche "disperate" diversità, ve lo assicuro. Non solo il "negativo" ci toccherebbe ma anche tutto quanto di incredibilmente fascinoso e bello ed inimmaginabile può arrivarci da questi "portatori sani" di gioie, conoscenze, libertà espressive e disinibizione e felicità incondizionata, libera da inutili orpelli.
Il poterle raccogliere nel nostro cervello, accoglierle nella nostra anima, frequentandole, comprendendole, assorbendole, facendole nostre… Questo, sicuramente ci renderà immensamente migliori, capaci finalmente di godere di tutta la potenzialità umana e di sviluppo cognitivo, regalandoci euforia, gioia di vivere e molteplici occasioni di crescita personale.

Se non è un regalo enorme questo, se non è un incredibile guadagno dall’inestimabile valore che ci giunge da , cos’altro è?…..

Il dare e l’avere come una infinita serie di cerchi concentrici, inestimabile che da anni giaceva sepolto dentro il nostro cuore.

Indugiare oltre questo istante, desistere ancora dal non comincia già ad apparirvi una "insostenibile follia?"….

ON 09.05.04

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