In questi anni al "Teatro al Parco" di Villa Maraini a Roma, ho svolto un lavoro nuovo, cercando di mettere in contatto il teatro e un ambiente dove si lavora sulla malattia mentale: questo lavoro ha fatto fare una svolta a tutte e due le realtà .Negli spettacoli nati al "Teatro al Parco", è cresciuta la libertà creativa.Lavorare in un luogo del genere è molto diverso che lavorare in un teatro, e tutti gli artisti che ci hanno lavorato hanno definito la loro esperienza come una "cosa magica".Perchè la libertà è assoluta e nello stesso tempo il problema della comunicazione è in primo piano, e non c’è posto per l’intellettualismo: la comunicazione è franca, diretta e appassionante.Perchè di fronte all’emarginazione i falsi problemi, i drammi da salotto, le "operazione di successo", non stanno in piedi.A me piace la storia di un personaggio che fa della sua storia un canovaccio di illusioni, di stati della mente, che mostra come ci si stacca dal mondo reale. è un mondo fatto di parti emotive in cui la paura, l’angoscia, la solitudine, la voglia di scappare diventano stati di esasperazione della mente.Confrontarsi con coloro che pensano ad un determinato modo di fare teatro: affrontare i passaggi che presenta il lavoro sul corpo dell’attore; ricercare, grazie all’ambiguità che offre il teatro, quella sottile linea di confine tra comportamento normale e comportamento deviante; fare incontrare artisti, operatori psichiatrici, persone con esperienza di disagio psichiatrico, spettatori qualunque, senza che questo significhi un ritorno al manicomio.Forse ora è arrivato il momento per realizzare questo "sogno", che da anni porto avanti più a livello "filosofico-teorico" che pratico. Ma, se gli Enti e gli Sponsor accetteranno questo progetto rivoluzionario, potrò dimostrare come le mie idee non sono solo filosofiche, ma potranno cambiare volto al teatro italiano e aiutare migliaia di famiglie coinvolte con persone con disagio psichiatrico.Fare dello spazio teatrale un grande laboratorio e l’unico posto al mondo in cui ci sia l’incontro e lo scambio di iniziative e progetti, costituirebbe una grande opportunità per l’Italia, per poi allargarla in tutta Europa.
L’esperienza che ho avuto lavorando con persone con diverse abilità mi ha aperto altre strade per la ricerca dei tempi e dei ritmi antiteatrali, e mi ha fatto scoprire come gli stati d’animo, i tempi ed i ritmi dei grandi attori siano simili ed, in qualche caso, identici a quelli delle persone che vivono un disagio psichico. Inoltre, mi sono formato l’idea che non è necessario farsi tanti "problemi mentali" per interpretare un personaggio e farlo vivere di vita propria, ma ciò che conta è l’emozione da vivere e da far vivere. Questa scoperta mi fa proseguire nella ricerca di un nuovo modo di fare teatro, perché credo che lo stato emotivo della persona che vive un disagio psichico offre la possibilità di una nuova formazione drammaturgia per l’attore futuro.
Si è scelto di Lewis Carroll perché è il testo più adatto per lo sviluppo da parte di persone con disabilità psichiche, visto che la storia di Carroll è molto disunita tra vari passaggi drammaturgici e questo aiuta le persone coinvolte a stravolgere, ma soprattutto ad inventare il percorso di ricerca. Questo non solo nella parte drammaturgia, ma soprattutto nella parte visiva come scene, costumi e disegni.Lo spettacolo sarà presentato al "Parco della Musica" (Auditorium sala 700) il 24 e il 25 Aprile 2004.Il sarà documentato con un libro ed una videocassetta, che saranno pubblicati dall’, a cura di Alessandro Corazzi.
Progetto
DIREZIONE ARTISTICA: Dario D’Ambrosi
COORDINATORE Progetto: Alessandro Corazzi
Le materie proposte sono le seguenti:
1) Storia del Teatro ()
2) Regia ()
3) Drammaturgia ()
4) Recitazione ()
5) Scenografia ()
6) Costumi ()
7) Musica ()
8) Canto ()
9) Trucco-Maschere ()
10) Luci – Allestimento ()
Inoltre, il progetto prevede:
– Incontri con psichiatri e assistenti sociali per stabilire programma e metodo di lavoro, a seconda dell’utente e delle sue patologie.
– Incontro tra utente in via di formazione e autori-registi-attori-tecnici-musicisti già formati e avviati nel campo dello spettacolo.
– Socializzazione del gruppo che dirigerà il progetto con i gruppi di medici di sostegno.
– Confronto durante il progetto con la direzione per valutare il miglioramento fisico e mentale dell’utente.
– Incontri della direzione del progetto con i famigliari degli utenti per capire gli stati d’animo delle persone coinvolte con la persona con disagio psichiatrico.
– Organizzare convegni e congressi, dove si confronteranno i due mondi che hanno collaborato e lavorato insieme per tutto il periodo, quello medico-psichiatrico e quello dello spettacolo-teatro.
DIRETTORE ARTISTICO:
COORDINATORE Progetto: