ROMA
Se c’è una cosa che a Lloyd Newson oggi piace poco nel nome del suo gruppo è proprio la parola "dance". Dv8, dance e video8, per sottolineare subito l’importanza dell’immagine nel loro lavoro. Ma anche deviate, cioè deviare, uscire dal mainstream come dice ancora Newson, una sfida che comincia dalla definizione di physical theatre, alla danza nella sua concezione di immobile ripetitività come la qualità del lavoro in video capovolge qualsiasi ipotesi di semplice ripresa. Strange fish – video dallo spettacolo omonimo – è stato punto di riferimento per tutte le onde avanzate della videodanza, per quella capacità di stravolgere il rapporto con la scena riscrivendo movimenti, relazioni nello spazio, ritmi narrativi in un contesto del tutto indipendente. La stessa ricerca (e scarto) che si ritrova negli spettacoli (e video) più recenti, Enter Achilles e l’ultimo The cost of living – in scena al teatro Argentina fino a domenica per RomaEruopa. Il video, ci dice Newson, lo stanno girando in una cittadina nel nord dell’Inghilterra. Physical theatre, si diceva, teatro fisico. Racconta Newson: "quando abbiamo cominciato in Inghilterra, ormai quasi dieci anni fa, era un termine che non usava nessuno. è dilagato dopo, a Londra non c’è gruppo che non si definisca `teatro fisico’ al punto che faccio fatica a usarlo. Ho l’impressione che non esprima più un approccio diverso alla danza o al teatro". Per loro, nella Londra dell’86, significava soprattutto costruire un movimento che riguardasse il mondo reale, con un suo significato, nelle profondità del contemporaneo. Eccoci allora a The cost of living, una ragazza troppo alta per danzare, una troppo grassa, un danzatore senza gambe … tutto quanto rompe spudoratamente regole e convenzioni dell’apparire, bellezza, successo, denaro, sex-appeal. Newson lo incontriamo il mattino prima del debutto. Gentile, ironico, molto diretto.
Ho studiato danza moltissimi anni, tecniche e scuole molto diverse. Così anche dalle persone con cui lavoro voglio una preparazione tecnica il più ampia e curata possibile. Il punto per me non è criticare o detestare la danza di per sè. Però mi chiedo: perché fare un arabesque? Che cosa significa? Il problema deve essere il soggetto che li fa. Cerco così di arrivare a un linguaggio in cui il movimento parta da chi lo compie e non da una definizione precostituita all’esterno.
Intanto dal rapporto con l’economia, il costo della vita, penso a Londra che è ormai una città impossibile, gli affitti specialmente. Poi c’è un aspetto personale, intimo, cioè il valore che ognuno dà alla propria vita, insomma il mercato finanziario e quello umano. Che però finiscono per intrecciarsi, tutto ha un prezzo, tutto si paga. Ci sono delle indicazioni sul palco che mostrano quanto può essere comperato o quanto costa una scelta. C’è un prezzo da pagare però puoi decidere anche tu.
Quando parlavo degli arabesque o delle piroette, si fa lo stesso da decenni, era così che so? sessant’anni fa. Ci sono possibilità molto limitate, una danzatrice non può avere un seno abbondante, un danzatore non può essere calvo, devono essere giovani, rispondere fisicamente a certe caratteristiche etc… Ti racconto una cosa. Nell’81 mi sono rasato il cranio. Cominciavo a essere calvo, così ho deciso di elminare tutti i capelli. Allora non andava ancora di moda, i soli a rasarsi erano gli skinheads, e la gente mi guardava con imbarazzo o disgusto. In metropolitana sbirciavano il mio cranio rasato da dietro il giornale. Così ho fatto un spettacolo in cui mi rompevo sulla testa dei gusci d’uovo, c’erano molte battute, giochi, provocazioni. Non posso dire che fosse solo una critica ai canoni della danza, sarebbe riduttivo. C’era anche una poetica di humor e di bellezza.
Diciamo che è un insieme di investigazione e riflessione, ripeto sarebbe troppo superficiale parlare di critica. Preferisco definirlo una giustapposizione di conflitti, all’interno della quale convivono fantasie e considerazioni diverse.
Avevamo a disposizione l’intero edificio, l’idea di partenza era il confronto tra cultura alta e cultura bassa, distribuita così nei diversi piani. Il circo: perché si dice che non sia arte mentre il balletto lo è? Cioè cosa rende certe forme arte?