Mantovano:"emergenza finita, diritto di voto per 150mila"

Da Milano Angelo Picariello

"Con la proposta avanzata da Fini maturerebbero il diritto di voto alle amministrative circa 150mila immigrati, tanti sono al momento i titolari della carta di soggiorno". Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano è convinto sostenitore della proposta del vicepremier, e ci metterà  anche del suo nel testo che An presenterà  venerdì. C’è anche chi ha parlato di 8 anni come possibile soglia per concedere il diritto di voto, ma Mantovano fa riferimento a 6, quanti sono gli anni necessari per ottenere, appunto, la carta di soggiorno. "È ad essa che Fini ha fatto riferimento. D’altronde oggi un immigrato ottiene il diritto di voto dopo circa 12 anni, 10 per il diritto di cittadinanza e un altro paio per ragioni burocratiche. E l’unico passaggio intermedio, al quale ricollegare il diritto di voto alle amministrative, è proprio il rilascio della carta di soggiorno".

Fu così anche quando si affacciò l’ipotesi-regolarizzazione, poi si è convenuto che far riemergere 700mila persone che lavorano in Italia è una grande operazione di legalità . Anche ora sono convinto che, se non prevarranno ragioni propagandistiche ed elettorali, si affermerà  la ragionevolezza. D’altro canto non ha senso parlare di sondaggi sulle intenzioni di voto degli immigrati. Qui si sta parlando di diritti.

Rispetteremo i tempi che ci siamo dati, entro fine anno. Anzi la proposta di Fini nasce proprio dalla convinzione che stiamo uscendo dalla fase dell’emergenza, e entriamo nella fase dell’integrazione, con una serie di diritti da riconoscere.

Se si calcola anche i casi di contratti in cui le parti sono già  convocate, e che verranno stipulati nel giro di due settimane, la cifra è grosso modo quella: siamo oltre l’80% e prossimi al 90. Fra qualche settimana resterà  da chiudere solo Roma, Milano e poco altro. Nel frattempo i mille lavoratori interinali che abbiamo assunto li stiamo spostando tutti nelle sedi critiche.

Credo che i casi problematici siano meno del 10%, in ogni caso si tratta di un successo, vista la mole di pratiche presentate. Si pensi che in un colpo solo c’è da rilasciare contratto di lavoro, permesso, contributi, tessera fiscale e iscrizione al servizio sanitario nazionale. Comunque nel caso di subentri e di datori di lavoro che non si presentano, l’immigrato ha facoltà  di produrre istanza per essere convocato, dimostrando che era in regola e che ora ha un nuovo datore di lavoro.

Lì invece è questione da codice penale.

Non blocco, ritardo. Ma c’era un’assoluta priorità , per ragioni di sicurezza, sulla regolarizzazione. Ora si potrà  pensare di continuare ad utilizzare i lavoratori interinali per uscire definitivamente dall’emergenza.

Certamente oltre i 650mila.

Mi sento di escluderlo. Il dipartimento di Ps al momento dell’avvio della regolarizzazione parlava di circa 800mila clandestini. Calcolando che nel frattempo sono giunti da noi altri 100-120 mila clandestini, togliendo gli espulsi, credo che gli irregolari ancora in Italia siano non più di 200mila.

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