Regolarizzazione in dirittura d’arrivo

Da Milano Angelo Picariello

Regolarizzazione degli immigrati in dirittura d’arrivo. Non ci sono cifre ufficiali, quelle le dovrebbe dare "nel giro di una settimana" il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, una volta esaurite tutte le convocazioni in prefettura, e resterà  da sbrogliare solo i casi controversi. Ma al Viminale danno già  per certo che tutto verrà  chiuso, come promesso, per fine anno. Al 30 settembre, in base a dati acquisiti dalla Caritas, erano 629.362 le pratiche definite sulle circa 703mila presentate. Anche le province che erano più indietro, Roma e Milano, stanno recuperando. Nella Capitale si procede al ritmo di 200 contratti al giorno ed è stata da poco superata la soglia dei 70mila su circa 107mila domande: si è già  oltre il 65%. Milano sta producendo un grande sprint, con circa 300 pratiche al giorno, delle 87mila presentate ne sarebbero state definite 65mila, circa il 75%. Bocciate meno dell’uno per cento. Il Veneto ha dato buona prova di sè. E se Vicenza ha chiuso per prima le sue 11mila pratiche, anche Padova sta per concludere le sue 13.500, salvo alcuni casi legati a ditte fantasma da accertare, mentre alla prefettura di Treviso fanno sapere che ne restano in sospeso solo circa 500 legate per lo più ad aziende sospette, per il numero abnorme di domande presentate. Hanno chiuso del tutto una ventina di province, fra le prime Ferrara, Savona, Catania, La Spezia, e in questi giorni si sono aggiunte, fra le altre, Genova, Latina, Potenza e Torino. Verso la conclusione anche Bari e Napoli. Nel capoluogo campano erano circa 35mila i kit presentati, sarebbero 30mila le pratiche risolte, ma quasi 2mila, fra queste, quelle bocciate. "Il problema maggiore però – dice Saady Mohamed responsabile dell’Anolf-Cisl – è che la Questura, per gli accertamenti, non riesce a reggere il ritmo delle convocazioni della Prefettura, per mancanza di personale". Un po’ più indietro Brescia, Bologna e Firenze. Ma nel sindacato sono convinti che non sarà  così facile, almeno nelle grandi città , rispettare i tempi. "Qui a Milano – spiega Fulvio Colombo, della Cisl – le pratiche sono arrivate in ritardo dalle Poste, e si è partiti praticamente a luglio. Ora si stanno bruciando le tappe, ma vengono rinviate alla fine tutte le pratiche controverse. Sono 4mila solo i subentri, sui quali la circolare Maroni ha molto allungato i tempi. Poi ci sono casi di decesso del datore di lavoro, si pensi alle badanti per malati gravi, e casi di domanda imprecise o incomplete. Entro ottobre, a questo ritmo, si chiuderà  la fase delle convocazioni, ma sarà  difficile sbrogliare quei 10-15 mila casi sospesi lasciati per ultimi. E finita la regolarizzazione – denuncia Colombo – resta il problema del rinnovo dei permessi, praticamente bloccati da 8 mesi. Vengono rilasciati solo dei tagliandini, creando così una nuova categoria di lavoratori nel limbo, che in attesa del rinnovo non si vedono garantiti una serie di diritti". "C’è un equivoco sui dati – dice Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil – perché le prefetture danno per chiuse anche pratiche in cui il datore di lavoro non si presenta. Cosicchè l’immigrato, che nel frattempo magari ha cambiato lavoro, viene a a sapere che la sua pratica è stata scartata solo quando va a chiedere informazioni". Per questi casi, però, al Viminale assicurano che è possibile per l’immigrato presentare un’istanza. Ma anche la Cgil denuncia lo stop sul rinnovo dei permessi, ed è perplesso pure Soldini sulla possibilità  che si chiuda davvero per fine anno. E allora chi vivrà  vedrà .

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