– Amina è salva. La donna nigeriana, condannata alla lapidazione perché colpevole di adulterio, è stata assolta oggi dalla corte d’appello islamica di Katsina.Amina Lawal, 31 anni, analfabeta e disoccupata, dopo il divorzio dall’uomo che le aveva dato due figli, aveva avuto rapporti con un altro uomo che aveva promesso di sposarla, l’aveva messa incinta, e poi non aveva mantenuto la promessa. Nel marzo del 2002, la donna era stata giudicata colpevole per aver concepito la figlia Wasila al di fuori del matrimonio. E in base alla Sharia, la legge islamica, introdotta in Nigeria nel 1999 e in vigore in alcuni Stati del nord del paese, il tribunale islamico di Bakori l’aveva condannata alla lapidazione. La condanna era stata confermata un anno fa anche da un altro tribunale.Amina aveva poi presentato ricorso alla Corte d’Appello. Ma l’udienza era stata rimandata tre volte e tali rinvii avevano dato vigore al movimento internazionale che rivendicava l’assoluzione della donna. Migliaia di lettere ed e-mail avevano tempestato le autorità nigeriane, come era avvenuto per Safiya – la donna protagonista di un caso simile e poi graziata.Fin dalle prime ore del mattino, la corte d’appello è stata circondata da una trentina di poliziotti armati e presa d’assedio dai giornalisti e da un gruppo di attivisti impegnati nella difesa dei diritti umani, che hanno atteso pazientemente l’arrivo della condannata.Amina si è presentata Con il capo coperto dal tradizionale velo islamico, tenendo Wasila, la figlioletta della "colpa" con una mano e Aliyu Musa Yawuri, l’avvocato, con l’altra. Il verdetto di oggi ha dato ragione al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo (che è cristiano) che aveva assicurato che "Amina non sarebbe mai stata giustiziata". I legali hanno argomentato l’appello sostenendo che la Sharia non è applicabile in questo caso perché Amina ha commesso il "crimine" prima che la legge islamica venisse introdotta nello stato di Katsina.I cinque componenti del tribunale si sono espressi a maggioranza per la revoca della condanna inflitta all’imputata, madre di quattro figli. Nella sentenza, letta dal presidente Ibrahim Maiangwa, viene sottolineato che la Corte d’Appello ha giudicato "assolutamente sbagliata" la decisione dell’Alta Corte della Sharia.Se la condanna fosse stata definitiva, Amina sarebbe stata la prima persona a essere lapidata dal 2000, quando la Sharia è stata introdotta in 12 Stati a maggioranza musulmana del nord della Nigeria. In base a questa legge, perché un uomo sia condannato per adulterio occorrono almeno quattro testimonianze oculari. Ma per una donna una gravidanza fuori del matrimonio è considerata una prova sufficiente.Subito dopo la notizia dell’assoluzione di Amina è stata resa pubblica la condanna a morte, emessa martedì, di Jibrin Babaji, 20 anni, riconosciuto colpevole di rapporti sessuali con tre ragazzi.