…..UN GIORNO CI IMBATTEMMO ANCHE IN ROBERT FRIPPIL MITICO CHITARRISTA DEI KING CRIMSON NOI CONSERVIAMO GELOSAMENTE UNA SUA DOLCISSIMA LETTERA DI AUGURI PER UN NOSTRO SPETTACOLO

scritta a mano e consegnata ad Antonio De Honestis, in occasione di un suo stage in Italia

Convento di S. Maria della Pace,
Sassoferrato
Friday 1st February, 2002

Dear Sr. Sansone,
Many thanks for your invitation to attend the performance of "Pinocchio In Wonderland" at the Teatro Valle in Rome of March 18th 2002.
I am unable to attend this worthy valuable event – King Crimson has me in Nashville at that time.
My very best wishes to you for that happening, and the good works than you describe in your letter.
Sincerely,
Robert Fripp.

Leit-motiv della seconda tappa dell?happening teatrale "Pinocchio nel paese delle meraviglie" è un pezzo musicale scritto da un chitarrista italiano, che frequenta da qualche tempo, un pò a distanza, le attività  dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco". La sua canzone "HOPE" è stata suonata e pubblicata da Robert Fripp (il "mitico" chitarrista dei King Crimson) nell’album "The Bridge between".
Proponiamo la versione di Fripp, perché il nostro Antonio De Honestis, da qualche anno, preferisce non esibirsi in pubblico.
Antonio ha voluto però lasciare un segno di sè, oltre la sua musica. Ha scelto di inserire in questo nostro libretto un suo commento personale su "Hope", la sua traduzione della nota di Robert Fripp contenuta nell’album "The Bridge between", la sua traduzione di un testo di Peter Gabriel, la lettera di auguri di Fripp per il nostro happening.

Era Dicembre ’90 quando Eivind, uno studente norvegese del Guitar Craft condotto da Robert Fripp, mi introdusse ad un esercizio, un embrione musicale direi, di John Sinks, oggi stabile collaboratore di Robert e dei King Crimson.
Pochi giorni dopo subii una grave perdita dei cari, e questa musica mi confortava per la sua dolcezza e per il suo potere evocativo.
C’è voluto un anno e mezzo, o già  di lì, affinché "Hope" divenisse un brano compiuto con una tessitura più elaborata e compiuta. Ricordo ancora la sorpresa nello "scoprire" le molteplici possibilità  che questa composizione conteneva.
Durante un corso intensivo di GC, presentai il pezzo durante un’inevitabile performance-sfida lanciata da Robert.
Robert ed altri furono positivamente impressionati dalla composizione, e, dato che Robert stava per costituire il Quintet, mi chiesero di poter prelevare il brano per i loro futuri spettacoli. Chiaramente ne fui lusingato.
L’assolo che percorre il brano è il frutto di molteplici improvvisazioni di Trey Gunn dal vivo, che ha reso il lavoro più compiuto, al di là  delle mie aspettative.

Robert Fripp String Quintet, album: "The Bridge between", 1993 – traduzione di Antonio De Honestis

L’atto della musica rimane per me un atto attraverso il quale l’inesprimibile benevolenza dell’impulso creativo può entrare nelle nostre vite, e dirigerle e formarle in un modo e in una maniera così radicale e sopraffacente che una singola nota potrebbe cambiare il nostro mondo. E se il nostro mondo, allora il mondo di tutti noi. Questa è sempre una possibilità , nonostante le limitazioni e le restrizioni poste dall’evento. Nessun musicista professionista può fallire dall’essere inconsapevole del cinismo, dell’avidità  e della violazione sulle quali l’industria musicale si è basata negli (almeno) ultimi anni. Il nostro cinismo, in risposta, è un prezzo troppo alto da pagare.
Malgrado tutti i tentativi di costringere il potere della musica, l’atto della musica è sempre notevole.
Forse quelli che credono che un musicista possa suonare e poi essere silente, e ho simpatia per quel sentimento, possono perdonarmi di prendere questa opportunità  per rivolgermi ad argomenti di mio interesse continuo. Abbiamo forse notato che il mondo col quale siamo familiari sta precipitando. L’abrogazione di responsabilità , di quelli in posizione di potere verso quelli che ne sono dipendenti, sembrerebbe un leitmotiv nella nostra storia recente: la violazione politica, personale, professionale e morale è endemica nella cultura contemporanea. Il nuovo mondo sta lottando per nascere mentre porta con sè ripercussioni passive del passato e fronteggia attiva opposizione dal vecchio. Il futuro è al suo posto, e aspetta, ma dobbiamo ancora scoprirlo. La nostra posizione presente è il ponte tra. Questa posizione è rischiosa perché stiamo costruendo il ponte mentre lo attraversiamo.
Una persona ragionevole dispererebbe, ma la speranza è irragionevole e la redenzione un evento effettivo. Gli artisti, i musicisti e i poeti hanno a che fare con l’irragionevole su base quotidiana. Questo è il respiro vivente del nostro lavoro e la colla invisibile che tiene insieme gli esecutori, il pubblico e la nostra canzone.
La redenzione e il riparo, per quelli impegnati a servire l’impulso creativo, sono un aspetto di arte applicata e completamente pratici. La grazia – prontamente disponibile, esperita semplicemente, aldilà  del capire – non richiede ragione per entrare nelle nostre vite ma ha bisogno di un veicolo.

Wiltshire, UK – 10 agosto 1993

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