Vincenzo ha un pallino: "Quanto dura lo spettacolo? E quando finiscono le prove?". Vincenzo interpreta Sade nel "Marat-Sade" di Peter Weiss che Dario D’Ambrosi proporrà domenica 22 giugno al Teatro Valle. E nel corso della conferenza stampa interviene più volte. Spiega il regista: "Segue la coppa d’America. Gli interessano le partite. Ma quando bisogna lavorare, lavora". Non è la prima volta che sale su un palcoscenico, Vincenzo. Racconta di aver fatto teatro qualche anno fa. E sembra su di giri. Come Francesco, come Stefano, i ragazzi disabili facenti parte dell’associazione di volontariato "Cavallo Bianco". "Per alcuni di loro il teatro è l’unica vera forma di espressione e comunicazione, un modo per confermare l’esistenza in vita" spiega Gaia Sansone, presidente dell’associazione.
Il fondatore del teatro patologico li ha scelti per portare in scena il folgorante testo di Weiss. Assieme a loro, alcuni giovani provenienti da varie parti del mondo: Canapa, Francia, Germania, Cina e Lituania. Una babele di lingue. Un elogio della differenza. "Per realizzare "Il teatro sotto elettroshock attraverso frammenti del Marat-Sade" ho preso brani del testo originale – dichiara D’Ambrosi – che i ragazzi recitano. Non nascondo che mi fanno dannare. Mi stanno succhiando l’anima. Ma siccome non voglio trattarli da persone diverse, bensì da attori, esigo molto". Per arginare eventuali attacchi e deragliamenti in scena, Dario si mette al sicuro dietro un camice bianco. Come detta il testo, che si svolge in un ospedale. "Cercherò comunque di lasciarli liberi. L’importante è che facciano i movimenti giusti". Sul fondo, ci sarà un Cristo con la scritta "Parlamento". E lì il coro va ad indossare le maschere dei porci. Il marchese De Sade arriva in scena con un maiale vero. Sequenze espressioniste e dure. Mentre scorrono immagini reali che documentano le condizioni di vita negli ospedali psichiatrici.
"È da anni che il "Marat-Sade" mi frulla nella testa – continua D’Ambrosi – mi piaceva l’idea che fosse tutto ambientato all’interno di un ospedale. E mi sembrava una bella metafora sulla protesta".
L’operazione nasce da un interesse della tv tedesca, che era andata a cercare D’Ambrosi per uno special sul teatro patologico. Il giornalista Reinhard Keller avrebbe voluto riprendere tutta la manifestazione, che però è saltata, lasciando a spasso quarantasei persone. "Devo spiegare come sono andate le cose – polemizza D’Ambrosi – L’Assessorato alla Cultura voleva che io spostassi il festival da maggio a giugno, per farlo rientrare all’interno dell’Estate Romana. Ma attraverso Keller ho saputo che non si sarebbe fatto. Rimane in piedi il "Marat-Sade", ma anche qui l’Assessorato è ambiguo. Se non mi concederà il piccolo contributo promesso di venti milioni, dovremo chiedere una sottoscrizione al Valle. Stamattina, comunque, ho trovato sulla segreteria un messaggio di Borgna molto rassicurante". In attesa che si sciolga il giallo, rimane la certezza che lo spettacolo si farà . Rispetto al progetto, il regista-attore (sta girando con Castellitto nel "Don Milani"), dice di avere trovato un alleato formidabile in Salvatore Aricò, direttore del Valle, non nuovo ad esperienze di recupero e di solidarietà : "Nel ’74 – ricorda Aricò – a Genova vennero aperti due padiglioni degli ospedali psichiatrici. Ho visto scene che mai avrei pensato di vedere, se non nei documentari che riprendevano l’arrivo delle truppe alleate nei campi di concentramento. Dentro vivevano, in condizioni indescrivibili, quattrocento bambini tra i quattro e i quindici anni. Feci un’attività di cultura e risocializzazione all’interno dell’ospedale".
Per realizzare lo spettacolo, D’Ambrosi si è avvalso quindi della collaborazione dell’Eti, dell’associazione "Cavallo bianco", della Zdf (seconda rete tedesca), dell’Unione Europea e dello Yap (Youth action for peace).
In scena il gruppo musicale "Frangar non flectar" che accompagnerà le azioni degli attori. Stefano, che non vede l’ora di interpretare il personaggio assegnatogli, improvvisa un’intervista con Andrea Perez Peretti, uno dei membri del gruppo (basso e voce): "Ma voi vi fate le musiche da soli o ve li fa qualcun altro?". Andrea, rapidamente: "In realtà le musiche ce le fa qualcun altro. Ce le fate voi. Perchè le abbiamo scritte ispirandoci alle vostre azioni in scena".
Oltre al "Marat-Sade", D’Ambrosi ripropone "Cose da pazzi": un lavoro-spettacolo sui folli e sui sani, sull’elettroschock e sugli psicofarmaci: al Teatro al Parco di Villa Maraini sabato 21 giugno.