STORIA RECENTE DI ROBERTO G.

Il fatto è accaduto nel mese di Gennaio 2002.
Una mattina, l’ennesima mattina, Roberto litiga con foga con la madre. Abitano insieme lui e la madre e, ultimamente, si prendono molto poco e, per ragioni semplici, litigano spesso.
Dopo la litigata mattutina, la mamma esce e va al lavoro.
Roberto è nervoso e arrabbiato e da bambinone quale è (grande e grosso e incapace di fare del male ad una mosca), ha la bella idea di dare fuoco al suo materasso.
Poi esce.
Si alza del fumo. I vicini, preoccupati, rintracciano la madre.
Tra la concitazione generale e il grande fumo, la madre viene consigliata di denunciare Roberto.
Passano molte ore, tutta la giornata.
Roberto torna a casa che è sera. Ormai ha dimenticato la vicenda della mattina.
Trova davanti casa una volante della Polizia, che lo arresta e lo porta al Commissariato.
I poliziotti lo trattengono 48 ore, cercando anche di aiutarlo. Avendo capito le difficoltà  della persona, contattano anche lo psichiatra che lo segue, chiedendo un ricovero. Ma lo psichiatra (che lo ha visto poche volte) si rifiuta di andare al Commissariato.
Dopo le 48 ore, come prassi, viene trasferito al Carcere Regina Coeli.
In carcere, capiscono subito le difficoltà  della persona e lo alloggiano in una cella da solo.
Rimane in quella cella per due mesi, senza ricevere visite, in silenzio, senza parlare con nessuno.
Si ipotizza la "pericolosità  sociale" dell’individuo. Pertanto, dopo due mesi di carcere, viene trasferito all’Ospedale Giudiziario (il Manicomio Criminale) di Montelupo Fiorentino (uno dei sei manicomi italiani ancora aperti e funzionanti, forse tra i sei il più decoroso e dignitoso). Soggiornerà  lì per circa due mesi, quando su pressione di alcune persone dell’Associazione Volontari "Il Cavallo Bianco", si riescono ad ottenere gli arresti domiciliari in una Comunità  Psichiatrica. Altre Comunità , che erano state interpellate in precedenza, si erano rifiutate di accogliere Roberto, a causa della sua presunta pericolosità  sociale e per il reato penale per cui è imputato.
Ai primi di Settembre 2002, arriva la decorrenza dei termini di carcerazione preventiva (il reato di Roberto non è punibile con più di 9 mesi), ma non ha alcun posto dove andare (la madre non lo rivuole a casa).
Roberto rimane presso la Comunità  Psichiatrica in attesa del suo processo.
Il giudice non potrà  dargli altri mesi di prigione da scontare, ma il rischio è che il giudice sancisca la "pericolosità  sociale" di Roberto e, quindi, l’affidamento ai servizi sociali pubblici.
Roberto, come scritto anche nelle prefazioni ai suoi libri, ha un ritardo mentale, è ipovedente, ha un disagio psichiatrico. Suo padre se ne è andato quando aveva circa tre anni. è essenzialmente un bambinone, un omone che non sarebbe capace di fare del male ad una mosca, anche perché ci vede poco ed è impacciato nei movimenti.
Ora aspetta che i giorni passano, senza troppe speranze ed aspettative.
Si è un pochino motivato, quando ha saputo che in alcuni spettacoli sono stati letti brani dei suoi libri da Giulio Scarpati e Lunetta Savino.
Gli abbiamo promesso (ma non abbiamo fondi) di fare un CD, con i brani dei suoi libri letti da attori famosi (sono disponibili Scarpati, Savino, Neri Marcorè, Dose e Presta, Moni Ovadia, Dario D’Ambrosi), su musiche di un complesso musicale nostro amico, i "Fonderia".
I "Fonderia" hanno già  musicato i brani durante i suddetti spettacoli, sono disponibili a fare il CD ed hanno una loro sala di registrazione.
Con Roberto, eravamo d’accordo che il CD lo avremmo venduto per costruire una casa-famiglia in Bielorussia. Lui era contento di questo.
Ora non lo sentiamo da due mesi…e non sappiamo che fine ha fatto.

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