VIAGGIO IN BIELORUSSIA

Il prossimo 26 aprile ricorreranno 10 anni dal disastro di Chernobyl. Chernobyl è ormai divenuto nell’immaginario comune sinonimo di paura, morte nucleare e distruzione. Qualcosa di simile e per certi versi più atroce di Hiroshima e Nagasaki.
Allo stesso tempo, è avvenuta una sorta di rimozione generale, un irrazionale istinto di sopravvivenza porta la massa a negare l’evidenza del pericolo enorme di decine di centrali nucleari nel mondo, ancora in attività , ma non soggette ad una adeguata e costante opera di manutenzione.
è di qualche mese fa la notizia di alcune crepe, che si sono aperte nella centrale di Chernobyl: ufficialmente, si è verificato solo un guasto, che non ha però portato a dispersioni radioattive. Solo nell’ex URSS, sono almeno 17 le centrali a rischio, che non potranno mai essere chiuse o risanate, se non interverrà  economicamente la Comunità  Internazionale.
Parliamo di Chernobyl in una rivista di turismo, perché proprio durante un viaggio di piacere siamo incappati negli effetti della nube radioattiva.
Eravamo in Bielorussia, come tanti italiani ultimamente, chi per affari, chi per battute di caccia e chi, come noi, per visitare uno splendido paese.
La zona di Minsk offre al turista un paesaggio naturale intatto. Le grandi strade che collegano l’aeroporto alla città  o alle cittadine vicine sono caratterizzate dagli intensi boschi, che le accompagnano ai lati.
Le chiese ortodosse e cattoliche di Minsk sono piccoli gioielli da gustare, tra gli imponenti palazzi governativi risalenti al periodo sovietico.
Negli ultimi anni, inoltre, sono stati aperti supermercati, caffè ed alberghi gestiti da europei.
La metropolitana collega agevolmente tutta la città  di Minsk: ogni stazione è caratterizzata da affreschi, mosaici e lampadari degni di un palazzo imperiale. Ciò perché la metropolitana venne costruita, affinché servisse anche da rifugio antiaereo.
Casualmente, ci è stato mostrato l’Ospedale di Minsk. è pieno di bambini con la leucemia o con il cancro alla tiroide. Questo è l’effetto Chernobyl, ancora oggi.
Diversi scienziati hanno rilevato alti gradi di radioattività  in Bielorussia, con una distribuzione a macchia di leopardo tra Chernobyl (Ucraina) e Minsk.
In diverse zone, il terreno è ad alta contaminazione, ma si continua la coltivazione ordinaria, producendo di conseguenza cibi radioattivi. è soprattutto attraverso l’ingestione di alimenti contaminati che i bambini contraggono i tumori.
A fronte di ciò, è nata una grande gara di solidarietà  tra organizzazioni di volontariato di tutta Europa, per portare medicinali e viveri, per adottare i bambini degli orfanotrofi e per ospitare per alcuni mesi i bambini malati.
Tra le associazioni italiane, siamo venuti in contatto con la PUER, emanazione della Caritas Diocesana di Roma. La PUER porta in Italia ogni anno più di quattromila bambini dei villaggi e degli orfanotrofi bielorussi, che vengono ospitati per almeno due mesi da famiglie collegate alle parrocchie.
I bambini provengono da zone ad alta contaminazione: dopo quaranta giorni riacquistano il 60% delle difese immunitarie. Ciò grazie all’aria mediterranea e all’ingestione di alimenti non contaminati.
I bambini arrivano in Italia con la propria classe e i propri insegnanti e, durante il soggiorno italiano, continuano il normale ciclo scolastico quotidiano. A sera e nei giorni festivi vivono la vita delle famiglie italiane, che li ospitano.
In questi ultimi anni, molti bambini sono tornati più volte in Italia: ciò ha contribuito ad intensificare e migliorare il programma di intervento medico ed alimentare.
Parlare di turismo oggi non può significare solo viaggiare e visitare cittò sconosciute.
Parlare di turismo oggi deve significare sempre più coinvolgersi come singoli e come persone in una dimensione di mondialità , che ci renda coscienti e consapevoli della realtà  dei singoli Paesi.
Fare turismo deve significare svago e cultura, ma anche rispetto delle persone che vivono nei paesi che ci ospitano.
Due piccole e personali proposte.
Diffidare delle offerte a costi troppo bassi delle agenzie di viaggio, specie quelle per i Paesi notoriamente in difficoltà  economica. Spesso, in questi casi, il guadagno è dell’agenzia e del mediatore del posto, quasi nullo per la popolazione locale.
Provare ad ospitare per qualche mese i bambini provenienti da zone contaminate, da paesi in guerra o da regioni affamate. Esistono centinaia di organizzazioni di volontariato in tutte le principali nazioni occidentali, che possono creare il primo contatto ed avviare una qualificante esperienza umana di solidarietà .

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