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è il momento finale e la sintesi di un percorso di animazione interculturale, che ha visto protagonisti i soci lavoratori della , giovani e meno giovani, italiani e bielorussi, disabilità -. per oltre un anno, dalla Bielorussia ai territori delle varie province del Lazio.Si tratta di un viaggio nelle emozioni e nelle delle Comunità del Lazio-. passando per la Bielorussia-..
Un viaggio che si snoda attraverso i racconti della gente comune, le testimonianze sulle esperienze di guerra, un caleidoscopio di bellezze naturali e archeologiche, le feste paesane e, soprattutto, la variegata realtà dei per persone con disabilità , dei , dei , delle , delle -.. e di tanti luoghi dove si progetta e si sperimentano percorsi di inclusione sociale, culturale e lavorativa, a partire dalla specifica di ciascuna persona coinvolta, non malgrado le proprie difficoltà , ma valorizzando le competenze e le capacità di ciascuno.
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costituisce il momento conclusivo del
, finanziato dalla , nell’ambito dell’.
La proposta progettuale si è articolata come sperimentazione di modelli innovativi di servizi collaborativi rivolti a cittadini con fragilità sociale, persone con disabilità o anziane, persone straniere extracomunitarie, alunni di scuola elementare e giovani a rischio di devianza, attraverso azioni di sensibilizzazione dei territori e di ricerca-azione sulle nuove di innovazione sociale
Il percorso progettuale ha avuto come principali finalità quello di affermare un modello di ecosistema di comunicazione sociale, che, a partire dalla ideazione e gestione di persone "fragili" inserite in cooperative sociali o altre forme di intrapresa sociale in rete, utilizzando tecniche e strumenti di animazione interculturale e mezzi di comunicazione di massa/nuove tecnologie (televisione e Internet principalmente), proponga un’organizzazione della comunicazione a partire dal basso, che si caratterizzi per:
un nuovo modo di vedere la persona con disabilità o la persona straniera immigrata extracomunitaria, a partire anche dal suo disagio "psichiatrico" e/o da una conclamata invalidità , non solo come "oggetto di cure e di assistenza", ma come persona che ha un suo mondo da poter comunicare all’esterno, come persona che non solo è in grado di lavorare e di svolgere mansioni, ma di essere coagulatore di energie positive (sul piano dei valori di solidarietà , che innescano motivazioni, impegno sociale, volontariato), in grado di evolvere nelle situazioni più mature in veri e propri processi di iniziativa economica attraverso l’impresa sociale
nel campo della comunicazione sociale e dei sistemi di comunicazione di imprese acquisite nell’esperienza pratica progettuale
creazione di rete tra media televisivi, cooperative sociali, associazioni delle persone con disabilità , Enti pubblici, Comunità locali
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è idealmente dedicato allo psichiatra , di , scomparso circa un anno fa. Le sfide di Basaglia, le pratiche antimanicomiali, gli incontri nelle scuole e il rispetto della diversità psichiatrica sono i temi che affronta in alcuni frammenti girati dalla circa tre anni fa, nel suo studio di Direttore di DSM, straripante di manifesti, libri e documenti accatastati sui tavoli, nei giorni precedenti la sua pensione, dopo diciotto anni di presidio territoriale in una zona romana ad alta densità abitativa e ad alta fragilità sociale.
è stata una delle persone che ha accompagnato la crescita e la maturazione cinematografica della , quasi sempre presente nelle prime sperimentazioni televisive e nelle manifestazioni pseudo-teatrali di animazione sociale sul territorio. Pertanto, è nata spontaneamente all’interno del gruppo di lavoro la necessità di un omaggio, che non fosse solo un retorico ricordo, ma lezione e testimonianza per le generazioni future e per gli operatori socio-culturali di oggi.
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è anche la sintesi della sperimentazione di una comunicazione alternativa alla massificazione dei principali mass-media, con contaminazioni con il videoclip musicale, la televisione e la narrazione teatrale.
Frammenti del fortunato e folle varietà sociale televisivo realizzato nell’ambito del percorso progettuale si alternano agli incontri musicali con ben 10 cantautori o gruppi italiani emergenti, fuori dai circuiti commerciali ordinari, che hanno regalato le loro canzoni alla , dopo avere vissuto un intenso momento di scambio interculturale nella partecipazione alla trasmissione televisiva.
Il film è quasi un concertone, la musica è presente praticamente sempre e le canzoni scelte come colonna sonora delle immagini sono state selezionate per i testi che propongono. I musicisti e i cantanti divengono allora quasi delle voci narranti nel documentario e, superando così qualunque retorica, restituiscono freschezza e voglia di vivere ai momenti nei realizzati all’interno delle , delle e dei coinvolti.
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propone una fotografia dell’attuale situazione del welfare regionale attraverso la voce di alcuni importanti protagonisti, ma soprattutto attraverso lo sguardo, il sorriso e i gesti di chi ogni giorno partecipa ad un’ ipotesi e di , un sistema integrato di intervento sul territorio, informale, rispettoso delle identità di ciascuno, disponibile al dialogo e attento a valorizzare la come aspetto innovativo, come variabile creativa nella risoluzione delle problematiche socio-culturali e strutturali del territorio.
Il film racconta un anno di sperimentazione vissuto come opportunità per promuovere occasioni di incontro tra gli attori del territorio, dove le esperienze dei singoli, le attività quotidiane vissute molte volte in solitudine, potessero avere l’occasione di trovare espressione, confronto e possibilità di sviluppo, complicità e dialettica.
In tal modo, si è cercato di promuovere , che non consideri la disabilità (e la differenza) solo come mancanza o privazione, ma piuttosto come condizione che spinge l’individuo a superare la limitazione e le barriere, sviluppando le proprie risorse, dando quindi pari opportunità di partecipazione a ciascuna persona umana.