LAVORO, NON BOMBE!

_________________________________________________________________________________________________

All’indomani delle polemiche sulla Parata militare del 2 giugno, , coordinatore nazionale della Tavola della pace commenta la decisione del Presidente della Repubblica e lancia una nuova campagna con lo slogan .

"Rispettiamo la volontà  del Presidente della Repubblica ma ci permettiamo di osservare che:

1. . I dati diffusi dal Ministero della Difesa si riferiscono alla Parata programmata prima del terremoto. Ora quel programma va rivisto altrimenti è solo l’ennesima presa in giro. C’è un modo concreto per farlo: lasciare in caserma tutti i carri armati e i mezzi militari; ridurre significativamente il numero dei militari che dovranno sfilare ai quali, peraltro, è stata negata anche la diaria (come a dire che quando si deve tagliare qualche spesa si comincia sempre dalle persone);

2. . Ufficialmente il Ministero della Difesa, che si è affrettato a dire che i soldi della Parata sono già  stati quasi tutti spesi, parla di una stima che va da 2,6 a 2,9 milioni di euro. Perchè si parla di stima e non di costo reale? L’anno scorso il Ministro La Russa rispondendo ad una interrogazione parlamentare aveva indicato un costo di 3 milioni di euro. In realtà  la spesa nel 2011 è stata di ben 4,398 milioni. Quale sarà  il costo finale di quest’anno? Perchè il Parlamento non chiede il rendiconto dettagliato delle spese?

3. pochi sanno che il tema della Parata 2012 è "Le Forze Armate, al servizio del Paese". Ma è già  successo all’inizio dell’anno per l’emergenza neve quando l’esercito chiamato dai sindaci a collaborare ha risposto: "se volete il nostro aiuto dovete pagare". Questa assurda pretesa rischia di diventare la regola se verrà  approvato il disegno di legge delega per la revisione dello strumento militare presentato in Parlamento dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. La norma è contenuta nell’articolo 4. A che ci serve spendere più di 23 miliardi di euro per mantenere in vita un apparato elefantiaco di 190.000 uomini che quando devono portare soccorso alla popolazione pretendono di essere pagati?

Non serve invocare le ragioni nobili della pace per riconoscere che c’è bisogno di cambiare rotta. Ieri il terremoto ci ha dato un altro terribile scossone. tempo di rivedere il modo in cui spendiamo i nostri soldi. Non c’è solo la parata militare. Il problema è più vasto. un problema politico, culturale, economico e militare che non potrà  essere risolto senza una vasta mobilitazione dei cittadini.

Per questo la Tavola della pace lancia un appello intitolato "Lavoro non bombe"

Tutti i cittadini sono invitati a firmare la petizione sul sito www.perlapace.it oppure su www.facebook.com/LavoroNonBombe.

Mentre la crisi economica e finanziaria continua a colpire i giovani e a mettere in ginocchio tantissime famiglie, l’Italia continua a spendere decine di miliardi di euro per comprare armi, fare la guerra in Afghanistan e mantenere in vita un faraonico apparato militare. Anche quest’anno saranno più di 23 miliardi di euro. Nonostante la forte pressione suscitata dalla mobilitazione contro l’acquisto dei cacciabombardieri F35, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha presentato in Parlamento un pericoloso disegno di legge delega per la revisione delle Forze armate che comporta un chiaro aumento della spesa pubblica e della spesa militare. Conferma l’acquisto di 90 cacciabombardieri F35 (10 miliardi per l’acquisto e 30-40 miliardi per la loro gestione e manutenzione) e disegna una riforma che costerà  centinaia di miliardi di euro. Contro questa assurda pretesa è necessario che i cittadini, tanti cittadini, riprendano la parola e dicano chiaro e forte: "Quello che vogliamo è il lavoro, non le bombe!"

, coordinatore nazionale della Tavola della pace

Perugia, 30 maggio 2012

via della viola, 1
06122 Perugia
Tel. +39 075 5736890
Fax +39 075 5739337
segreteria@perlapace.it
www.perlapace.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *