Bielorussia: due uomini in attesa di esecuzione

Le domande di grazia di Aleh Gryshkautstou e Andrei Burdyka, detenuti nel braccio della morte in Bielorussia, sono state respinte. Potrebbero essere messi a morte nelle prossime settimane.
Aleh Gryshkautsou, 29 anni, e Andrei Burdyka, 28 anni, sono stati condannati alla fucilazione il 14 maggio 2010 per i reati commessi durante una rapina a mano armata in un appartamento a Grodno, nell’ottobre 2009. Entrambi sono stati giudicati colpevoli di omicidio premeditato, aggressione armata, incendio doloso, rapimento di minore, furto e rapina. Il 17 settembre 2010, la Corte suprema di Minsk ha respinto i loro ricorsi.
Le famiglie dei due uomini hanno appreso del rifiuto del presidente Lukashenko di concedere la clemenza dalla televisione nazionale il 22 febbraio. Due giorni dopo la madre di Burdyka ha ricevuto una lettera nella quale il figlio le diceva che avrebbe visto un sacerdote il giorno dopo. Questo può lasciare intendere che la sua esecuzione sia imminente.
Gryshkautstou e Burdyka non hanno negato le accuse. Tuttavia, Amnesty International si oppone alla pena di morte in tutti i casi, senza eccezioni perché viola il diritto alla vita, come sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, oltre a essere una punizione crudele, disumana e degradante.
In Bielorussia, i detenuti vengono a sapere della loro esecuzione solo pochi istanti prima che questa abbia luogo. Si spara alla nuca e a volte è necessario più di un proiettile per uccidere il condannato a morte. Il corpo non viene consegnato alla famiglia, che spesso viene informata dell’esecuzione solo ad atto compiuto; il luogo di sepoltura resta segreto, causando ulteriore dolore alle famiglie.

http://www.amnesty.it/bielorussia_pena_di_morte

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