LE NOSTRE RECENSIONI CINEMATOGRAFICHEConsigli e dissuasioni psicologichesui film da vedere e da non vedereal cinema – 30

Raccontare l’infinita “storia politica” (e non soltanto…) di per antonomasia del nostro “barocco” panorama politico, incessantemente parallela a quella della Repubblica Italiana, senza cadere nel banale del “già visto, già detto”, ma provando a “forzarla” da un nuovo ingresso, quello del talento visionario, della deformazione grottesca, pur mantenendo una ferma linea di fedeltà ai fatti, addirittura senza trascurare di accompagnarla con la descrizione degli innumerevoli teoremi, strategici o criminali.

È così che , ci “omaggia” di , singolare, acuta quanto beffarda, surreale, ma con una “corsia” tangente e continua che affonda ben saldamente nei fatti e nel reale.

Grazie alla bravura ed alla misurata audacia del protagonista, ancora una volta Toni Servillo, col quale il regista ha condiviso la lunga e meritata “ascesa” dalla platea di nicchia per giungere alfine, e meritatamente, al plauso condiviso, , che però sembra rilasciare ad ogni battito di ciglia o parola esalazioni maligne, ad ogni sguardo celare criptici segreti o malvage intenzioni, nulla a che vedere con l’innocenza…. “quella particolare timbrica vocale” assieme a due occhietti piccoli, fissi, sbiaditi ed impenetrabili a fare da collegamento all’originale in carne ed ossa, che tutto il “nuovo contorno” non allontana, semmai svela, rifinisce, arricchisce senza sovrabbondare.
Ridicolo con la fronte coperta di spilloni per l’agopuntura o solitario sulla sua “cyclette”, tra librerie stracolme e telegatti, intoccabile e blindato nella sua autovettura, dietro i vetri battuti dalla pioggia scrosciante…..”simbolico”, composto, silente….sempre per calcolo e ragionamento; contornato da una élite di personaggi “ben noti” (parliamo di politici ancora “attivissimi a vario titolo” nel nostro quotidiano quali Cirino Pomicino o Giuseppe Ciarrapico) che vengono “trasfigurati”, ma a dirla tutta non poi molto, , presentati in sequenza come fossero (…) una “accolita di malviventi”, la banda (…la “corrente”…) dello “squalo”, di “limone”, del “ciarra”, de “o’ministro”…

Risulta difficile scindere l’effetto caricaturale da quanto si richiama al vero, : l’emiciclo in subbuglio o le sfrenate danze lascive nei festini privati, sono situazioni che le cronache quotidiane non hanno tralasciato di raccontarci, ma sempre con la superficialità del gossip e che qui tornano a supportare una descrizione in qualche misura “delegittimante” delle cariche istituzionali, che non sembrano riuscire a mostrare la necessaria dignità comportamentale, etica o professionale.

Con la sua rappresentazione , e comunque non tralascia di sciorinare fatti, alleanze, strategie, numeri, analogie e di porre il tutto all’impietoso confronto tra “caso e divino”, lasciando ben sottintendere dove possa “naturalmente” pendere l’ago della bilancia, magari allineando con sarcasmo la carica di presidente del Consiglio al peccato (“Quante volte….sono sette, vero?…” chiede il prete-confessore…).

Tra “ossessioni farmacologiche” (il “Tedax”…) ed emicranie che sembrano la somatizzazione di fardelli insopportabili, slanci “visionari” che richiamano il maestro “Fellini”, aspirine e spray per capelli, inquadrature perfette, pulite e “levigate”, si fa strada la tortuosa ed ardua descrizione di , provando a cercare scuse parlando dell’inevitabilità di difendere il bene scendendo a patti col male, tentando di insinuare il concetto della giusta alienazione della verità per evitare la “fine del mondo”
Ed : se alla fine del “valzer” il tono di farsa risulti più salvifico o denigratorio per “Andreotti detto Belzebù” o se invece, in definitiva, non siano più devastanti i vari “Moro, Calvi, Dalla Chiesa” che fanno capolino di tanto in tanto a raccontare di .

, o qualcosa che dovrebbe tendere ad essa; difficile dunque pretendere che da una simile “sorgente” possa nascere quel che più volte è stato abortito nelle sedi opportune e preposte.
, scavando nuovi solchi dentro storie che frotte di giornalisti e magistrati hanno visitato ed interpretato in lungo ed in largo, rimestando con “sfrontatezza” ed un pizzico di audacia abiti talari e connivenze, lasciando che a fare il ritratto de siano un quadro a parete dagli occhi angoscianti ed allucinati o un bicchiere d’acqua con le bollicine….

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