La notizia, prima o poi, sarebbe trapelata.
Non vogliamo entrare nel merito di una notizia che è al centro di indagini giudiziarie e che non ci deve permettere di emettere giudizi sommari e che, inoltre e purtroppo, non è dissimile da altre che si leggono sui giornali di tutto il mondo.
Non dobbiamo, però, scoraggiarci nel nostro impegno cooperativo ed in partenariato, quanto piuttosto rafforzare le modalità per essere vigili ed esercitare meccanismi di controllo che possono essere assicurati dal rispetto serio (ed alcune volte defatigante) delle modalità e delle fasi insite nella programmazione e nella stesura dei progetti, dal più largo coinvolgimento possibile (dal livello centrale a quello periferico) degli organismi di controllo o degli organismi pubblici coinvolti, dalla blindatura di accordi in partenariato con reciproci meccanismi di verifica e, infine, dalla massima pubblicizzazione agli organi (locali e stranieri) dei progetti intrapresi e dalla divulgazione dei dati ad essi correlati, fra cui le finanze investite.
Le truffe sono statisticamente più possibili per attività equivalenti a semplici “aiuti umanitari”, che non per attività “progettuali”.
Tutti, comunque, ne possiamo essere vittima. L’arma della denuncia convinta e razionale (qualora fossimo coinvolti) dovrà, allora, vincere il silenzio ed essere superiore al senso di rabbia, frustrazione e di sconfitta. Magari sviluppando un sentimento/azione di comune condivisione, interfaccia e di forza sinergica.
Infine è doveroso non cercare giustificazioni alla necessità di dovere dimostrare a tutti i costi l’ansia di agire, del raggiungimento del risultato a tutti i costi o di affermazione di un prestigio personale o associativo: è meglio non iniziare e/o sapersi fermarsi laddove non sussistano condizioni di garanzia o laddove si manifesti improvvisamente la loro mancanza (anche in corso d’opera).
La credibilità delle nostre azioni, più che dai risultati che si raggiungono (che potrebbero anche non essere coerenti), è data dalla trasparenza delle modalità degli accordi stipulati e dall’onestà intellettuale che, con umiltà e pazienza e pur con tutta la flessibilità possibile, sappia e possa non derogare dai principi base e dalle procedure, universalmente applicabili, dei rapporti di cooperazione e di partenariato (in primis: l’obiettivo prevalente e condiviso, i diritti/doveri della reciprocità ed il patto fra comunità).
Lo staff di ProgettoHumus
www.mondoincammino.org
www.progettohumus.it
www.progettokavkas.it
(19 Giugno 2008)
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Il centro di questo grande scandalo è il Dipartimento per le Attività Umanitarie, settore Affari del Presidente.
In relazione alla lotta alla corruzione ed ai reati economici della Direzione Generale degli Affari Interni del Comitato Esecutivo della città di Minsk, sono venuti alla luce alcuni fatti riguardanti il furto di milioni di dollari donati da sponsor stranieri per la realizzazione di diversi programmi umanitari, attraverso il summenzionato dipartimento.
Secondo le informazioni di “Il Quotidiano”, i dettagli del fatto in questione non sono stati divulgati per non compromettere l’immagine del nostro paese agli occhi dei partner stranieri. In seguito a ciò il fatto è stato trasmesso alla sezione delle indagini preliminari del Ministero degli Affari Interni.
Il personaggio principale dello scandalo è il responsabile della direzione delle attività del dipartimento, Nikolai Alisevich. Tempo fa è stato allontanato dal lavoro. Oltre a lui sono sotto indagine alcuni imprenditori ed uomini d’affari
Fin dal 2004 queste persone avevano architettato un piano che ha permesso loro di impossessarsi di non meno di 6 milioni di dollari “umanitari”.