Pure dagli occhi di chi vive serenamente,
talvolta,
scenderanno mille lacrime.
Queste righeranno mille volte le guance,
laveranno centinaie di volte il viso,
arrossiranno ennesime volte le iridi.
Ma nessuna lacrima scorrerà invano
e nessuna lacrima cadrà nella nullità.
Ogni lacrima serena
è uno spiraglio di sole
che splenderà nell’eternità,
similmente,
ad una gemma inestimabile
di rugiada cristallina.
No, nessuna lacrima cadrà nella nullità!
Là, oltre il silenzio assoluto
avverto, col mio pensiero,
di essere un vivente puntino disperso
nell’immensità universale,
più d’una stella,
e m’impaurisco.
Ma, sempre nella profondità
di quel silenzio arcano della notte fonda,
so godermi saggissimamente,
in una particella del cuore,
gli echi delle poesie: preziose perle vitali!
Ogni spiaggia
conterà miliardi e miliardi
di granelli di sabbia.
La sera,
mentre la brezza marina
solletica ogni granello di sabbia,
chino gli occhi.
Immagino e sento
che il vento del mare notturno
sfiora pure i miei pensieri,
spargendoli all’eco monotona
dell’acqua universale.
Cadeva la pioggia,
io, la guardavo.
La guardavo,
pensando alla croce
che porto, tuttora, nel cuore,
che s’ingrandirà ogni giorno di più
ed i miei occhi piangevano.
Piangevano come il cielo piangeva
durante l’uccisione di Nostro Signore.
Sono qui,
accomodata,
di rimpetto la scrivania,
coi piedi sul pavimento
e gli occhi di fronte
allo schermo del computer.
Sono qui
che navigo vicino e lontano
sulle onde remote dell’oceano
della solare ed illimitata fantasia.
Non ho paura che m’inghiottiscano
poiché le schiume mi sono familiari.
Infondo,
so che mi conducono a vibrare,
con rime e con ritmi,
nel mare infinito della sonora poesia.
So che mi trasportano
ad immaginare l’inimmaginabile.
Tu, cielo,
sei il mio tetto
naturalmente universale
ed io non sono nient’altro
che una tua minuscola creatura vivente,
in mezzo a tante altre,
la quale contempla,
costantemente,
con sguardo innocente e stupido
il tuo immenso splendore
di azzurro, di blu, di oro e di argento.
La terra e la luna
tracciano un cerchio ovale
sterzando attorno al sole.
Le immagino che siano due bambine
intense al fecondo gioco
di un particolarissimo girotondo.
Silenzio!
Tutta la natura in agosto
s’appressa allo spettacolo aureo
delle stelle cadenti.
Il sole si rifugia
prima al suo nido.
I rami degli alberi
frusciano piamente all’aia.
I fiori diurni
non chiudono la corolla.
I fiori notturni
si vestono coi colori brillanti
come in una serata di danza.
Il tappeto verde e la terra
non imbrunano del tutto.
L’usignolo vola umilmente,
emettendo giulivo il suo trillino con sublimi note.
Le acque dei mari e dei fiumi
luccicano sotto i riflessi d’oro del firmamento.
Ne resto, incantata, all’aperto
e mi sembra, addirittura,
di scorgere l’arcobaleno
dai sette colori della pace,
in segno della pace universale,
che si commuova davanti
alla pioggia dorata di corpi celesti
che bruciano nella serena aria estiva.
Anche il cuore palpita in armonia
e le mie iridi partecipano,
con gioia intensa, come tutta la natura,
al grande spettacolo aureo del cielo di agosto.
È una fresca serata estiva.
Sono seduta all’aperto,
la brezza marina mi avvolge
con l’eco di ricordi passati.
Scruto, silenziosamente,
il mio minuscolo pezzo di tetto universale.
Sorrido all’argentea sentinella notturna
che mi detta rime sempre nuove…
…E, poi, sul dorso di una stella cadente
mi lascio trasportare fantasticamente
del mondo incantato dei sogni celesti,
perché non tralasci mai di sperare!
Talvolta
ho la mera sensazione
di sentirmi e di essere
come un minuscolo cirro,
sospeso tra il io pezzo di cielo
e la mia remota pianura Padana.
Eppure,
vivo ugualmente felice
perché volo libera e solare
con la mia innata fantasia
ed i miei sogni spesso irrealizzabili.
Un frizzante tintinnio
come di sonore campane
che suonano a festa
si spande per l’atmosfera serena,
nelle brillanti serate di agosto.
E’ la voce del firmamento
che intona bellissime note,
che danza al passaggio
di tremule stelle di fiamma,
schiarendo ed indorando
la superficie bruna
del tappeto universale dormiente.
Coi miei occhi
che vedono la luce oltre il buio,
m’affaccio al balcone,
senza disturbare nessuno.
Guardo prima la mitica luna
poi, con l’udito sensibile
del mio intelletto poetico
sto ad ascoltare
mi pare di percepire veramente
quel frizzante tintinnio ardente di stelle.