(Roma – Cinema Quattro Fontane – Ore 16.15 – 09 giugno 2007)
Tuyà sa che vivere è difficile e che morire è facile… ma Tuyà, affascinante e bella eroina fuori dal tempo, sa vivere…e vuole vivere!…
Tuyà “urla” alla sua famiglia che “nessuno ha il permesso di morire”… e la proseguiranno insieme “questa vita”, soprattutto grazie a lei, in un posto (gli altopiani della Mongolia Cinese) ai confini della realtà, perlomeno quella che siamo abituati ad identificare come tale noi occidentali. In quelle terre dove la natura ancora impone le sue leggi, tra pecore da pascolare, acqua prigioniera della terra, giornate ripetitive quanto e due figlie, Tuyà ha persino un marito invalido (Batoer) e decide di divorziare, costretta dagli eventi, per cercare più che un nuovo amore, braccia forti per la famiglia, decisa però a trattenere dentro casa l’uomo della sua vita.
Schiere di pretendenti arrivano a corteggiare la bella Tuyà, ma nessuno vuole farsi carico davvero di una situazione tanto gravosa, tranne il giovane maldestro e rompicollo Shang Yo’, che di Tuyà non ha il carattere forte ma ha lo stesso amore, e che infatti finirà per sposarla.
“Il matrimonio di Tuyà” è un film nella sostanza drammatico, dove passano in rassegna figure di varia umanità, tentativi di suicidio, incidenti di lavoro, la sofferenza quotidiana della vita (che non finirà neanche una volta trovata in apparenza la “soluzione”…piange Tuyà nell’ultimo fotogramma), ma il tutto è raccontato senza usare tinte fosche, anzi, cercando quasi di scivolare nella commedia o rasentando i confini della favola, capacità ed arte questa dove solamente gli orientali riescono a raggiungere davvero vertici di eccellenza.
E non c’e molto altro da aggiungere al riguardo di una pellicola che del suo descrivere cose semplici e quotidiane fa la sua forza, che “simula” fuochi d’artificio al massimo con i colori sfavillanti dei costumi o i cori della gente in festa, che fa delle esplosioni che risuonano lontane presagi di vita o di morte, del suono di un flauto stonato un richiamo d’amore, di un pozzo ancora da scavare una proposta di matrimonio.
Meritato l’Orso d’Oro a Berlino 2007.
Il cinema come la vita….senza confini…..