(Cinema Maestoso – Roma 04 giugno 2007 – ore 15.45)
Forse Tarantino non raggiungerà mai più in carriera i vertici "estetici" e geniali di Pulp Fiction o la "compiutezza" di Jackie Brown, e neanche recupererà la "genuinità affilata" dei suoi esordi ne "Le Iene", ma di lui tutto si può dire tranne che non sappia "lavorare" o "creare".
È solamente un "signor" regista che da qualche tempo a questa parte ha deciso, di sua sponte, di "giocare" (…vedi già in "Kill Bill"…).
Si è guadagnato i galloni sul campo, sgobbando sodo e di fantasia, oramai ha dalla sua parte produttori e distributori che fanno la fila per assicurarsi i suoi "film" e lui approfitta smodatamente di questa circostanza. La critica ripete noiosamente del suo amore per i filmacci di infima categoria e lui la sfida reinventandoli, rigenerandoli e lustrandoli a nuovo, partorendo nella sostanza un nuovo genere: il "B-movie" di 1^ categoria.
, l’episodio Tarantiniano del Dittico mozzato "Grindhouse" (l’altro episodio, "Planet terror" del compagno di merende Rodriguez dovrebbe arrivare nelle nostre sale a fine luglio…altrimenti che "" sarebbe?…) non è altro che un Luna Park creato su misura per se stesso dal cineasta americano, anzi, vista la specificità di genere, è soprattutto . In questo parco giochi Tarantino da sfoggio di se (si ritaglia anche un "cameo" come barman") e da sfogo a tutte le sue pulsioni, non nascondendole affatto ma semmai ostentandole fin dalla prima inquadratura, per l’appunto da "delirio feticista" (nota la sua passione per i piedi femminili…), per passare poi all’ "iper-classico" donne e motori, "costruisce" i dialoghi di sempre, stavolta meno impegnati e zeppi di rimandi e citazioni, poi "ravviva" il tutto con "ovvie" spruzzate di "pulp" (come potevano mancare?…) e con gran gusto del particolare riga la pellicola donandole un effetto antidato o le toglie d’un tratto il colore ("QUEL" colore proprio dei film dell’epoca rivisitata…) e salta volutamente fotogrammi qua e la.
"Gigioneggia" senza ritegno Tarantino e con tutti i mezzi possibili, felice come un bambino di aver tra le mani il protagonista dei suoi sogni, Jena Plissken in persona sotto le mentite spoglie di un "anti-eroe" attempato e psicopatico, ma il film gronda talmente tanto divertimento ed adrenalina da investire inevitabilmente lo spettatore che sia un minimo "compiacente".
Le frasi da segnare sull’agendina non mancano neanche stavolta ("…Ci sono tante cose in un Bar….. L’alcool è solo il lubrificante per gli incontri che un Bar può offrire….") ma nonostante lo "squilibrio" e la totale assenza di una trama vera e propria il film riesce a trasmettere tensioni ed emozioni vere, non si riesce mai a "staccare la spina", la diviene a tratti quasi (…Lynch docet…) e le sensazioni arrivano con nettezza anche a chi non è affatto figlio delle stesse "pulsioni e passioni"…..La combinazione "donne-motori" se solo si spingesse un pochino di più sul "sesso" richiamerebbe alla mente "l’architettura psicologica" di Cronemberg con "Crash"… ma quello era tutto un altro discorso, tutt’altro stile e "proposta"…
Mentre una delle sue "girls" urla a Kurt Russel, e forse non a caso, "Ti piace il cinema?", e degenera rumorosa la rutilante corsa in auto, Quentin Tarantino da prova di se ed alla prova si mette, firmando con bravura e professionalità tutto il suo rigetto verso il "digitale"…
Il finale sembra un "Game-Over" da videogioco e la morale da "chi la fa l’aspetti" che potrebbe anche affiorare nella nostra mente, probabilmente non ha con un film che del ricordo dei dialoghi "simil-filosofeggianti" prodotti dalla stessa mano vuole solamente far brandelli oppure innumerevoli "coriandoli colorati".
Libertà, istinto e fantasia al potere…….…..