In tutto quest’arco
della mia vita,
non ho perduto neppure una luna.
Sono sempre rimasta una creatura,
apertamente poetica,
malgrado la mia disabilità fisica
e le mie lune
mi hanno ininterrottamente guidata
nella sonora poesia.
Talvolta,
contemplando il vasto orizzonte,
accesso d’ogni luce splendente,
dove il blu marino
e le argentee colline
si confondono col cielo
ed il principio non ha fine,
per un attimo,
io, serro gli occhi
e con il mio intelletto femminile
immagino d’abbracciare l’Infinito.
Da fanciulletta,
allorquando
cascavo e mi ferivo,
terrorizzata,
piangevo e sanguinavo.
Piangevo e sanguinavo,
pensando a Gesù Bambino
che da grande sarebbe morto,
anche per me, ucciso,
in croce.
Silenzio,
guardiamoci attorno!
Siamo ai primi giorni dicembrini.
È freddo,
ma non molto.
Sentiamo il cuore esultare
di festa e di profonda spiritualità.
Osserviamo che lentamente
la gente s’appropinqua
per dirigersi verso un cammino
non abituale,
non quello di strada;
ma quello dell’anima,
quello della fede,
certamente,
già è presente,
nella santa atmosfera,
l’olezzo di Presepio
e percepisce, con infervoramento,
il lieve squillo delle cornamuse.
Da bambina,
ho saltato alla corda.
Ho partecipato
ai giochi
di nascondino.
Ho corso
tra i lunghi filari d’alberi.
Mi sono arrotolata
sui prati,
schiacciando erba e fiori.
Ho sorvolato
il ghiaccio sui pattini a rotelle,
vedendomi vincitrice.
Ho giocato
come una qualsiasi creatura?
Sì, ma, solo sulle ali dei sogni
grazie alla mia espansiva fantasia…
…e la mia infanzia
è stata consapevolmente
ed ugualmente serena.
Signore,
fa’ che la Tua impareggiabile purezza
avvolga ininterrottamente di pace
me e tutti coloro
che maggiormente amo.
Amen!