TARANTO – “No ad una nuova ‘tassa sul macinato’ per le rassegne stampa” è la campagna lanciata dall’associazione PeaceLink. La campagna si riferisce alla legge sul diritto d’autore introdotta con il decreto legge 262 del 3 ottobre 2006 che ha stabilito l’obbligo di un pagamento per la riproduzione di articoli sull’attualità senza scopo di lucro. Si tratta di un netto cambiamento rispetto alla precedente formulazione sul diritto d’autore che poneva come unico obbligo la citazione della fonte.
La “tassa sul macinato” a cui si fa riferimento è l’odioso balzello imposto dai primi governi italiani che colpiva i bisogni vitali della popolazione, ieri quelli alimentari oggi quelli “informativi”.
“Se vuoi fare una rassegna stampa online o cartacea, devi pagare. Anche se la tua attività è senza fini di lucro, umanitaria o caratterizzata da una valenza culturale o sociale, devi versare comunque dei soldi – spiega PeaceLink -. Soldi che per giunta – lamenta l’associazione di volontariato telematico – verranno intascati dagli editori, e di certo non dai giornalisti che hanno scritto quegli articoli, pagati una tantum per la cessione dei loro diritti d’autore alle testate per cui lavorano”.
L’attività di molti blog, siti web di volontariato e dello stesso sito di PeaceLink ruotano attorno alla possibilità di pubblicare articoli di cui alcuni originali, altri tradotti e molti ripresi da diverse fonti autorevoli, che vengono citate ai sensi della precedente formulazione sul diritto d’autore.
Per questo motivo PeaceLink si sta domandando: “Che cosa accadrà al nostro lavoro gratuito e volontario moltiplicando le nostre migliaia di articoli per il pizzo che gli editori si apprestano a riscuotere senza alcun beneficio per i giornalisti? Quali saranno i costi da sostenere per un sito come il nostro?”.
Per accorgersi della disposizione che introduce la tassa sulle rassegne stampa occorre addentrarsi in un vero e proprio “labirinto giuridico”. Infatti, spiega PeaceLink, “va esaminato l’articolo 32 del capo IX del decreto legge 262/2006. Chi riesce ad arrivare alla fine di questo labirinto giuridico scopre che il decreto modifica la legge sul diritto d’autore all’articolo 65, stabilendo che ‘i soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni di categoria interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche’. Nel nostro appello si chiede al governo di fare un passo indietro rispetto a questo frettoloso decreto legge. Ripristinare il diritto alla rassegna stampa tax-free, è solo il primo, doveroso passaggio per ridiscutere in seguito tutte le questioni che attengono la revisione della legge sul copyright”.
L’appello di PeaceLink si è diffuso in breve tempo su Internet e ha già riscosso l’adesione di oltre 1500 persone e di 124 associazioni. (Daniele Marescotti)
www.peacelink.it
Fonte: www.redattoresociale.it