La Federazione delle Associazioni di Volontariato Italiane per la Bielorussia vuole esprimere la sua
preoccupazione per la situazione venutasi a creare a Cogoleto, con il mancato rientro di una bambina che in
Bielorussia sarebbe stata sottoposta a violenze fisiche e psicologiche e che avrebbe manifestato propositi di
suicidio. Nel comprendere appieno le ragioni emotive che hanno spinto la famiglia Giusto a chiedere la
massima attenzione per la bambina in quanto "caso singolo" (citiamo testualmente le dichiarazioni del signor
Alessandro) l’AVIB ricorda con ancor maggiore forza la necessità che a brevissimo termine si giunga alla
constatazione del risanamento psicologico e fisico di Maria, fornendole il soggiorno vigilato e in strutture
alternative che la Bielorussia ha assicurato a più riprese, senza gettare nel dimenticatoio le esigenze degli
oltre 25.000 bambini annualmente ospitati in Italia, e delle centinaia di minori in attesa di essere adottati, nel
rispetto delle regole internazionali, da altrettante famiglie italiane, i quali sono sempre stati seguiti con la
massima attenzione nelle loro dinamiche psicologiche perché costituiscono, TUTTI, l’effettivo interesse
principale del nostro operare. Non si può inoltre ignorare lo stato d’animo di quelle famiglie che, non con
minor dolore, hanno rispettato le analoghe sentenze dei Giudici Minorili, ma soprattutto l’AVIB chiede rispetto
per i minori che ancora sono in Italia in attesa di sapere quando ritorneranno in Patria.
L’AVIB considera dirimente il rispetto delle esigenze umane di Maria ma lo valuta alla medesima stregua di
quelle di tutti gli altri bambini, rigettando in modo netto e inequivocabile quel presunto atto d’amore
unilaterale e senza adeguate prospettive psicologiche a lunga scadenza che è l’attuale segregazione della
bambina in un posto ignoto quanto, stando ai signori Giusto, sicuro. La nostra Federazione raggruppa 85
Associazioni di Volontariato e raggruppa migliaia di persone parte delle quali frequentemente si trova in
Bielorussia, constatando quindi la situazione politica, economica, sociale, culturale e ambientale.
Volontari, Famiglie e Dirigenti hanno potuto constatare direttamente quanto la Bielorussia investa nei
confronti dei propri figli in condizioni più disagiate, pur con le evidenti difficoltà della giovane nazione.
Nessuno di noi si è mai permesso di considerare la Bielorussia un "interlocutore" non credibile, come dice
il signor Giusto, siamo abituati nel nostro operare da Volontari a non prescindere dal rispetto della persona,
sia essa il bambino ospite dell’Internato, il dirigente della struttura. è anche per dare un forte segnale di
rispetto e solidarietà innanzitutto verso quei bambini che sono ospiti dell’Italia che auspichiamo il tempestivo
rientro, nell’ambito del percorso istituzionale avallato dalle rappresentanze diplomatiche e non dai legali di
questo o quell’aspirante genitore, della bambina unitamente al costante e perenne monitoraggio della
situazione che peraltro è stato più volte garantito dal Console e dall’Ambasciatore di Bielorussia.
L’AVIB non pretende di sostituire i Magistrati nel loro indispensabile quanto autonomo operato, l’AVIB
ricorda semplicemente a tutti l’importanza di proseguire il percorso di dialogo e collaborazione fra Italia e
Bielorussia, percorso che ha consentito di risolvere in passato anche gravissimi casi medici attraverso la
collaborazione fra le strutture ospedaliere italiane e bielorusse.
Voler bene ai bambini significa amarli tutti e non uno solo e tutte le famiglie soffrono al momento della
ripartenza.
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