СOMUNICATO STAMPA
Con riferimento alla recente discussione nei mass media italiani, relativa al caso di una minorenne bielorussa sottratta da una famiglia italiana dei coniugi Giusto–Bornacin che l’avevano precedentemente ospitata per i soggiorni climatici, va tenuto presente quanto segue.
La Repubblica di Belarus conferma la sua profonda riconoscenza alla Repubblica Italiana per l’impegno delle istituzioni, associazioni e cittadini italiani che nei vent’anni trascorsi dalla tragedia nucleare di Chernobyl hanno offerto al nostro Paese un considerevole aiuto nella protezione dei nostri bambini dalle conseguenze dell’inquinamento radioattivo del territorio bielorusso. Sino ad oggi la Repubblica Italiana accoglieva per i soggiorni temporanei di risanamento climatico circa 25 mila bambini bielorussi annualmente.
In relazione a ciò, si coglie l’occasione per auspicare che il caso citato, alquanto grave e singolare, non possa in alcun modo compromettere il clima di reciproca fiducia e solidarietà che in tutti questi anni ha contrassegnato la cooperazione umanitaria bilaterale.
In merito alle circostanze dell’accaduto, va rilevato che al verificarsi dei sospetti sull’avvenuto maltrattamento, le Autorità bielorusse ed italiane si sono immediatamente e reciprocamente impegnate per garantire la più completa e urgente tutela della minorenne in piena conformità alle norme della legislazione interna dei due Paesi ed ai loro obblighi internazionali. Pur nessuna delle affermazioni che hanno motivato l’avvio del meccanismo previsto dalla Convenzione de l’Aja del 5 ottobre 1961 fosse sinora confermata, ambedue le Parti hanno collaborato per garantire un’adeguata tutela della minorenne.
Dopo l’adozione di un urgente provvedimento in proposito da un rispettivo Tribunale italiano per i minorenni, la Parte Bielorussa ha esaurito tutte le richieste avanzate dalla Parte Italiana allo scopo di assicurare la continuità della protezione della bambina. In particolare, la Parte Bielorussa ha immediatamente attivato le proprie Autorità competenti nel campo di tutela e protezione dei minori: sono stati avviati gli approfondimenti presso l’istituto di provenienza della minorenne, è stato elaborato e comunicato al Tribunale italiano un dettagliato programma di riabilitazione psicologica e sanitaria della bambina, sono state effettuate le visite della minorenne da parte dei psicologi e medici bielorussi che hanno accertato la sua idoneità al rientro in Patria. La Parte Bielorussa ha garantito l’immediato collocamento della bambina presso un centro riabilitativo specializzato, oltre a ciò sono state fornite alla Parte Italiana una serie di garanzie aggiuntive: che la bambina non fosse comunque fatta tornare all’istituto di provenienza, che la Parte Italiana fosse regolarmente informata sui futuri sviluppi del suo percorso riabilitativo e dei rispettivi approfondimenti presso l’istituto di provenienza della minorenne, che nel suo rientro la minorenne fosse accompagnata dal competente personale di psicologi, insegnanti e medici bielorussi, che la Parte Bielorussa consentisse l’arrivo in Belarus, insieme o dietro la minore, dei medici e psicologi italiani e dei componenti della famiglia Giusto – Bornacin che l’aveva ospitata in precedenza.
Visto ciò e tenuto conto che per la durata del soggiorno temporaneo all’estero la bambina è stata affidata dal suo tutore statale all’accompagnatrice del rispettivo gruppo, le Autorità bielorusse ed italiane hanno accordato la riconsegna della minore alle persone cui essa era stata affidata dal tutore statale ed il rientro della bambina in Patria entro la data prestabilita.
Eppure difatti ciò non è accaduto, perché già da quattro giorni la bambina viene sottratta ai rappresentanti della Parte Bielorussa dalla famiglia dei coniugi italiani Giusto – Bornacin. Al momento la Parte Bielorussa non dispone delle informazioni precise in merito all’attuale condizione della citata minorenne, il che provoca in tutte le Autorità competenti bielorusse una forte preoccupazione per la sorte della bambina.
Il menzionato gesto della citata famiglia si presenta in contrasto sia alla legislazione bielorussa che a quella italiana ed è evidentemente contrario a quanto ultimamente deciso dal Tribunale per i minorenni di Genova in data 6 settembre u.s.
Per tale ragione la Parte Bielorussa ha assicurato alla Parte Italiana che attualmente tutte le competenti Autorità bielorusse si stanno impegnando al massimo allo scopo di scoprire l’attuale posizione della minorenne e le sue condizioni, nonché garantire il suo tempestivo rimpatrio, ed ha invitato le Autorità italiane a voler cortesemente prestare a tale fine la Loro pregiata collaborazione in conformità a quanto precedentemente accordato dalle Parti.
Nell’esprimere l’auspicio che una tempestiva risoluzione del caso in oggetto possa contribuire alla minimizzazione del danno che esso sta provocando all’immagine della cooperazione umanitaria bilaterale, si rivolge l’invito a tutti quelli cui il caso della piccola bambina bielorussa non ha lasciato indifferenti, anche tra i giornalisti italiani, a trattarlo con massimo giudizio, evitando, in particolare, che l’uso indiscreto dei dati non accertati possa risultare in qualche modo nocivo alla stessa minorenne, cui serenità oggi dipende da come sarà risolta questa delicata faccenda.