"E ORA NON SARÒ MAI PIÙ SERENA"

Caro padre, mi riferisco alla lettera pubblicata sul n. di dal titolo: "Un adulterio e qualche dubbio"; mi ci sono ritrovata un po’, con la differenza che sono io la moglie disperata.
Ho conosciuto mio marito a 16 anni e non ho avuto nessun altro uomo. Cattolica praticante, ho atteso il matrimonio per donarmi completamente a lui, con le mie paure e i miei tabù. Ho sempre messo la famiglia al primo posto, perché questa era la mia felicità. A mio marito ho donato amore, amicizia, fedeltà, rispetto… Io, però, non sono stata ricambiata allo stesso modo.
Anzi, sono stata ferita da chi pensavo mi avrebbe protetto.
Con mio marito, tra fidanzamento e matrimonio, siamo insieme da quasi 24 anni. E abbiamo due figli, uno dei quali, da due anni, ha dei problemi di salute. Quando ho scoperto che mio marito aveva un’altra donna (una collega di vent’anni più giovane), ho preso il coraggio a due mani e l’ho affrontata, spiegandole la mia situazione e pregandola di lasciarlo.
, e io ero troppo presa dal problema di mio figlio. Credevo che le crisi si potessero superare parlandone, non fuggendo…
Per poter ricominciare, ho chiesto a mio marito i motivi che l’avevano allontanato da me. Ha iniziato a dire che non sapeva bene che cosa provava per me, e che la sua unica certezza era l’amore per l’altra donna. In casa c’erano troppi problemi, troppa serietà, poco sesso… Con la collega, anche se non c’erano stati rapporti completi, si dialogava, c’era allegria, si scambiavano baci e coccole.
Siamo andati da uno psicologo, ma non è servito a farmi superare il dolore.
Mi ha detto di stare vicino a mio marito, di fare l’amore senza tabù, di considerare il tradimento come una malattia e di pensare che quello che io sto dando a mio marito è l’amore più grande che una donna possa offrire a un uomo.
Sono passati tre mesi da quando ho scoperto quella relazione, e ne sono ancora distrutta e disperata. Se devo considerare il tradimento come una malattia, penso anche che la convalescenza si dovrebbe fare lontano dalla fonte di contagio. Mio marito, invece, vede ancora l’altra donna tutti i giorni.
A volte dice di avermi sempre amata, ma aggiunge anche che, quando bacia me, pensa all’altra.
Credo che lui, oggi, non abbia scelto di stare con me: sono state le circostanze, i figli… e anche lei che l’ha lasciato a costringerlo. Lo psicologo gli aveva detto che doveva scegliere con la ragione e forse è quello che lui ha fatto, ma io volevo il suo cuore: fa male non sentirsi amati!
Ho pensato alla mia vita: con o senza di lui non sarò mai più serena.
Non voglio trovarmi un altro, perché ho ancora dei valori in cui credo e so che non sarebbe questa la soluzione. Vado avanti, ma non credo più a niente.
Vivo perché si deve vivere.

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