Si sa che nei a volte ci si imbatte in un tratto di strada insolito. è proprio ciò che capita leggendo , il libro di cui parliamo in questo numero.I 22 autori appartengono all’Associazione Volontari di Roma o, quanto meno, sono ad essa vicini.Tutti frequentano il Laboratorio Teatrale Integrato nato all’interno dell’Associazione: di questa esperienza il libro racconta il percorso compiuto in quattro anni.Si tratta di una realtà che i nostri lettori hanno già incontrato su queste pagine, in passato; una realtà molto vivace e fuori dagli schemi consueti, capace di mettere in campo sempre proposte originali.
sta scritto sulla copertina del piccolo volume subito sotto il titolo, e ci sembrano tutte definizioni azzeccate, che danno un’idea abbastanza precisa del contenuto di questa singolare pubblicazione e soprattutto della sua straordinaria ricchezza espressiva.Sono voci quelle che qui parlano, non solo per le loro varie identità (giovani con disabilità, educatori, volontari, etc.), ma soprattutto perché non omologate, a volte stravaganti, insolite, ricche di inventiva e di genialità, assolutamente personali.Nelle intenzioni dell’Associazione la realizzazione del libro – pregevole nel contenuto, ma anche raffinato nella sua veste grafica e tipografica e riccamente corredato da immagini, disegni, schizzi, annotazioni degli stessi autori -, assieme alle rappresentazioni dello spettacolo teatrale , contribuirà a finanziare l’acquisto di una casa-famiglia a Begoml in Bielorussia (oltre a quella già realizzata) per i bambini orfani con disabilità psichica, ai quali il libro è idealmente dedicato.Ma lasciamo un po’ parlare gli autori, spigolando qua e là tra le pagine.
“Il laboratorio di scrittura….È un vero peccato che tutta la nostra vita debba essere cronometrata. Tutto ha un tempo. Proprio nel momento più bello scocca la campana, è come un compito in classe, e tu proprio nel momento in cui sei più ispirato e coinvolto devi FINIRE. è un soffio di vento”.
“Sono venuto a trovare i miei pensieri in questa casa.Vorrei provare insieme a voi, a scrivere ciò che i nostri occhi esprimono e le parole dettate dai nostri occhi”.
“A volte la nostra voglia di farci conoscere corre verso gli altri come un treno. Anch’io spesso ho voglia di prendere questo treno, ma non ci riesco perché sono molto timida…”.
“Lo spettacolo…È forse il punto da cui riprendere i nostri ritmi, i nostri pensieri, i nostri sogni, e dimentichiamo per un po’ di correre troppo, ”.
“…L’uomo ha un corpo, un cuore e la mente, non è facile gestire tutto in sintonia annullando i sentimenti, quelli ci sono, esistono e non si possono cancellare. Sentire addosso la sofferenza fa male, soprattutto quando pensi che non è tua, ma all’improvviso ti entra dentro e ti trafigge, ti logora l’anima…”.
“Vorrei tanto fare la baby-sitter in Iraq, per distrarmi tanto. Io c’ho troppo ilo cuore sensibile. Vorrei, quando saranno adulti i ragazzini Iracheni andarli un po’ a coccolare, portarli al mare con un cappellino e gli farei veramente da mamma”.
“Pinocchio, pinocchio, burattino di legno. Così di legno, eppure così fragile, a volte burattino a volte così umano. Oddio che confusione affacciarsi alla vita; così bella e così varia. Ma come comportarsi?…”.
“Ogni volta che ci incontriamo al laboratorio teatrale mi stupite con i vostri squarci di vita”.
“Chi l’avrebbe mai detto, che da un pezzo di legno sarebbe nata per noi quest’avventura?”.
Un’avventura che a noi è piaciuta molto per il suo contributo intelligente, colto e fuori dagli schemi alla lotta contro la discriminazione del disagio mentale per una effettiva integrazione sociale e culturale delle persone con disabilità.
ROSSELLA COLLINA – ANFFAS Milano Onlus
, periodico trimestrale, n. 3, luglio-settembre 2005Redazione: ANFFAS Milano OnlusVia L. Valla, 25 – 20141 MilanoTel. 02 8447 0142 – Fax 02 8447 0139 E-mail: rossella.collina@anffasmilano.it