Caos alle frontiere romene: 2.300 passaporti ritirati e gente in fuga dai valichi per evitare il sequestro dei documenti. Sono queste le prime notizie che arrivano da alcune agenzie giornalistiche e da membri della comunità romena in Italia.
E’ entrata in vigore da quattro giorni un’ordinanza emessa d’urgenza dal Governo romeno, e prevista per il primo ottobre, che prevede l’annullamento del passaporto a tutti i cittadini che tornano nel loro paese dopo esserne rimasti fuori per più dei novanta giorni consentiti dalla legge per ogni semestre. Oltre a questa misura nell’odinanza del Governo è previsto anche il divieto d’ingresso nei paesi dell’area Schengen da uno a cinque anni. Lo stesso provvedimento viene applicato anche a chi vuole uscire adesso dalla Romania ma aveva già superato in precedenza il termine legale di novanta giorni di permanenza nei paesi di quest’area.
Il nuovo regolamento di frontiera vale solamente per i cittadini romeni irregolari, cioè quelli che non sono muniti di un permesso di lavoro nei paesi della Unione europea e che, uscendo dalla Romania per motivi turistici, hanno superato il limite dei novanta giorni al semestre, fissato nel 2001 da un accordo tra la Romania e i paesi aderenti al Trattato di Schengen. L’accordo prevede che i cittadini non possano trattenersi più di novanta giorni al semestre nell’area Schengen. In caso di superamento del limite, la Polizia romena di frontiera avrebbe dovuto provvedere ad applicare al loro ritorno un timbro sul passaporto che vietava l’ingresso nell’area Schengen per un periodo compreso da uno a cinque anni.
Per prevenire la permanenza illegale e il lavoro in nero, entrambe in aumento se si prende il dato dei cittadini espulsi dai paesi Schengen, il governo romeno ha deciso, inaspettatamente, di applicare con procedura d’urgenza il regolamento riguardante la libera circolazione nei paesi europei, che doveva entrare in vigore il 1 ottobre 2005. Gli effetti della nuova normativa, che inaspriscono il precedente accordo del 2002, si sono fatti subito sentire destando stupore e disperazione in chi, all’insaputa dell’anticipo, si è visto strappare sotto i propri occhi il passaporto alla frontiera.
Secondo l’agenzia romena Mediafax, nei primi due giorni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento, la Polizia di frontiera avrebbe annullato circa 2.300 passaporti appartenenti ai cittadini romeni tornati in patria dopo la scadenza del termine legale di novanta giorni per turismo.
Da Torino, Serban Dogarescu, il presidente della LRI (Lega dei Romeni in Italia), commenta così l’accaduto: “Da una parte la legge va rispettata, ma dall’altra direi che è stato commesso un grosso abuso per non aver pubblicizzato prima l’entrata in vigore del nuovo regolamento e averlo reso attivo proprio quando inizia il periodo delle vacanze e gran parte dei lavoratori rientra in patria per riabbracciare i propri cari. Questo è solo il mio punto di vista, non ci siamo ancora riuniti per commentare l’accaduto. La gente si è vista intrappolata in patria, senza la possibilità di portare a casa dall’estero neanche gli effetti personali. Ho sentito dire che molte persone, in fila alla frontiera romena per il controllo dei documenti, hanno fatto marcia indietro non appena si è sparsa la voce di quanto stava succedendo proprio per evitare l’annullamento del passaporto.
“Da un punto di vista strettamente giuridico – continua il presidente della LRI – questo regolamento è troppo limitativo, perché impedisce ai cittadini di ottenere un nuovo passaporto per circa cinque anni, obbligandoli a rimanere in Romania e a non viaggiare neanche nei paesi extracomunitari o in altri continenti. Il divieto d’ingresso doveva limitarsi solamente ai paesi dell’area Schengen e non estendersi a tutte le aree del mondo. Secondo me, il fatto di negare ad una persona il diritto per cinque anni di ottenere un nuovo passaporto, è una grave violazione dei diritti fondamentali dell’uomo e della sua libera circolazione. Speriamo che a seguito dell’ingresso della Romania nell’Ue, previsto – se tutto va bene – per il 1 gennaio 2007, qualcosa cambierà”.