Comunità di Sant’Egidio: Estate di solidarietà 2005

“Il tempo passa, ma io sono sempre qui!”. “Qui” è il reparto per cronici dell’ospedale psichiatrico di Tirana, “io” è Arben, poco meno di 50 anni, quasi 15 passati nel reparto. Dal 1995, l’”Estate di solidarietà” in Albania vive, anche, dentro questo reparto. Un piccolo gruppo di uomini, al massimo 25, quest’anno 16, ricoverati in una struttura che non ha mai tratto beneficio da un ripensamento culturale, oltre che medico, sulla malattia psichica, le sue cause, i “metodi” per rimuoverla o almeno alleviarne il dolore e le conseguenze.
Il corridoio del reparto per cronici dell’ospedale psichiatrico di Tirana

La psichiatria in epoca enverista, come per altro in tutti i regimi totalitari, era “piegata” alle esigenze del potere. Dopo la fine del regime se ne è cambiato l’utilizzo, ma, per tanti motivi, non molto altro.

Entrare allo psichiatrico di Tirana era sentito come un “privilegio”: non tanto per le condizioni di vita e il trattamento medico, quanto per un banale problema di distanza. I manicomi in Albania sono a Valona e a Elbasan, difficilmente raggiungibili dalla capitale. Per le famiglie dei malati di Tirana e dintorni era una “fortuna” poter “sistemare” i propri cari in città, almeno si poteva andarli a trovare con facilità. Le madri, anno dopo anno, sono invecchiate accanto ai loro figli, molte ogni giorno, dalla mattina alla sera, per portare da mangiare, dare le sigarette, e soprattutto proteggerli dai “pericoli” del reparto.

La “targa” della casa famiglia “Comunità di Sant’Egidio” a Tirana
Lo scorso anno la Comunità ha aperto una casa famiglia per i malati dello psichiatrico, nel centro di Tirana. Oggi ci vivono 5 persone. Arben è uno di loro.

La casa famiglia è la prima realizzata in Albania. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, con un programma ambizioso, ha ridisegnato integralmente, a partire dal 2004, le linee guida dell’intervento del paese a favore dei malati psichici.

Deistituzionalizzazione, servizi sul territorio, nuova “concezione” della malattia psichica, che qui , come altrove, spaventa, una sorta di marchio indelebile sulla famiglia oltre che sul malato. La casa famiglia della Comunità è stata immediatamente assunta come modello dai “protocolli” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Albania è diventata uno dei pochissimi paesi in Europa ad aver dato seguito così rapidamente a quanto fissato sulla carta!

Festa nella casa famiglia:
la vita torna ad essere vita!

Fra amici è bello!
Nell’ospedale vivono ancora 16 persone. Le visitiamo ogni giorno, per 6 settimane questa estate. Cura della persona, attività “ricreative”, gite, feste. E poi colazioni, merende e il pranzo, che portiamo ogni giorno dal 1997, ma che durante l’estate si fa particolarmente “gustoso”. Intanto speriamo e lavoriamo perché la prima casa famiglia sia presto seguita da un’altra.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha in progetto di aprine una sua. Se tutto si realizza il reparto per cronici potrà essere definitivamente un ricordo del passato.

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