L’handicap come valore e arricchimento reciproco e il teatro come luogo di comunicazione psico-corporea e strumento di crescita, in un percorso di ricerca verso l’integrazione sociale e culturale.Questa è la sfida raccolta da 50 giovani (con e senza disabilità psichiche) che, nello spazio scenico allestito accanto all’oratorio della parrocchia San Stanislao, a Cinecittà Est, hanno dato vita giovedì allo spettacolo teatrale «Pinocchio nel paese delle meraviglie», proposto dall’associazione di volontari «Il Cavallo Bianco», in collaborazione con l’Internato di Begoml (Bielorussia) e l’ong Youth Action for Peace. Pur prendendo le mosse dal capolavoro di Collodi, lo spettacolo – o meglio l’«happening teatrale», come lo ha definito Gaia Carletti, presidente dell’associazione – si è incentrato sulla figura di Pinocchio come metafora delle discriminazioni e delle barriere culturali del disagio mentale, attraverso una serie di quadri successivi, concatenati in frammenti di poesia classica, antica e moderna, melodie italiche e musica rock. Una festa della diversità, interpretata e vissuta in un flusso continuo di emozioni tra attori e spettatori. Lo spettacolo, andato in scena a Roma già sei volte, nasce all’interno della manifestazione-progetto «Tutti in campo per una città multiculturale», giunta alla quattordicesima edizione, nell’ambito del progetto di cooperazione itali-bielorusso «Pinocchio – Casa delle arti e dei mestieri per adolescenti con disabilità psichica». Un’iniziativa che, come ci spiega Giovanni Sansone, antropologo, attore ed esperto di intervento sociale, «ha lo scopo di offrire un’alternativa valida al manicomio, alla strada e alla microcriminalità, ai numerosi ragazzi con disabilità psichica e mentale».Scenario dello spettacolo la parrocchia di San Stanislao, diventata per un mese un ideale «Villaggio dell’amicizia e della solidarietà» grazie alla disponibilità di don Sebastiano Morsicato, che, con molta discrezione, precisa: «Queste sono piccole cose».Fino a giovedì ospiterà laboratori teatrali e ludici, attività ricreative, proiezioni di film e riflessioni poetiche.Nel corso della serata è stato inoltre presentato una sorta di “canovaccio teatrale”, raccolta di frammenti di vita e di emozioni che l’associazione «Il Cavallo Bianco» – impegnata dal 1988 per la valorizzazione della persona con disabilità come soggetto di cittadinanza attiva – ha voluto dedicare alla Bielorussia, agli orfani con disabilità e ai giovani immigrati.
Roma Sette, di , Domenica 26 Giugno 2005