L’appuntamento è per tra gli alberi di Cinecittà Est, proprio tra quegli sprazzi di verde alle spalle degli Studi cinematografici.
Lì, in un nuovo inquietante , tra gli alberi dello spiazzo verde, il parcheggio del mercato e il Campo di calcio in cemento dell’Oratorio della Parrocchia S. Stanislao (in ), , concluderanno un percorso di antropologia teatrale durato oltre quattro anni, dando vita ancora una volta all’happening teatrale , una vera e propria festa delle diversità, che si snoda tra sogno e realtà, favola collodiana e frammenti della poesia classica antica e moderna, melodie italiche e sfrenata musica rock, emozioni ed espressioni corporee tirate all’eccesso, e imprecazioni sacre, dolci carezze materne e gridi laceranti dal manicomio.
Lo spettacolo è andato in scena a Roma già sei volte, in luoghi diversi e con allestimenti diversificati, a significare la difficoltà e l’impossibilità di replica di una , che vive degli stati d’animo storici, cronici e quotidiani dei suoi attori, nonché della presenza e dell’assenza di taluni di loro.
L’happening, pur articolandosi in una serie di quadri successivi concatenati, è legato all’umore degli spettatori, che, qualora siano disponibili a lasciarsi coinvolgere nella propria specifica e peculiare diversità, possono provocare la deflagrazione della proposta teatrale, in infinite e indecifrabili schegge di sensazioni, turbamenti e gioie.
L’happening è accompagnato da un voluminoso libro, in cui sono state raccolte tutte le emozioni, i pensieri e le sperimentazioni teatrali del lungo laboratorio teatrale quadriennale. Il volume sarà disponibile in occasione dello spettacolo, quasi un libretto di sala che accompagna la fruizione/partecipazione dell’evento.
Il percorso sulla favola di Pinocchio si esaurirà con quest’ultima performance, a cui parteciperanno anche noti personaggi dello spettacolo, che hanno accompagnato il gruppo in questi anni…..poi, forse, ci sarà un epilogo ad Ottobre al Circo di Minsk in Bielorussia…..soprattutto se si troverà come finanziare la trasferta.
Fino ad oggi è confermata la presenza di .
Dalle viscere del percorso teatrale, è nato anche , progetto di cooperazione decentrata tra Italia e Bielorussia per offrire un’alternativa valida al manicomio, alla strada e alla microcriminalità.
È stata avviata da qualche mese una Casa-famiglia in Bielorussia, a cui sta seguendo lo sviluppo di percorsi di integrazione sociale e culturale di ragazzi con disabilità psichica e mentale.
Il proporrà percorsi di deistituzionalizzazione, attività di creatività ed espressività teatrale, workshop di orientamento e preformazione professionale, integrazione sociale, culturale e lavorativa di ragazzi con disabilità psichica.
La sfida è lanciata ancora una volta dall’ di Roma e dal suo gruppo-base costituito da attori con e senza disabilità psichica.
Sono persone che hanno fatto esperienze teatrali importanti e innovative da diversi anni. Ad esempio, nel 1998, hanno portato al mitico Cafè La Mama di New York, sotto gli occhi della stupita Ellen Stewart, uno spettacolo sulla pedofilia diretto da Dario D’Ambrosi, con il quale hanno vinto il premio americano annuale per la migliore recensione teatrale su Internet.
Il gruppo è attualmente guidato da Giovanni Sansone, antropologo, attore ed esperto di intervento sociale, con una esperienza ultraventennale nell’ambito della disabilità psichica, che conduce periodicamente degli “esagerati” workshop psico-corporei insieme ai propri amici del Cavallo Bianco.
Oltre agli “intensi” attori dell’Associazione romana, saranno in scena circa venti bambini bielorussi con gravi disabilità psichiche e mentali, ospiti per un breve periodo dell’.
I bambini provengono da un Orfanotrofio per persone con oligofrenia (Internato di Begoml) e sono stati inseriti da diversi anni nei programmi italiani di accoglienza dei gruppi provenienti dalle zone colpite dalla catastrofe di Chernobyl.
I bimbi bielorussi sono considerati “gravissimi” dalle Autorità Sanitarie Bielorusse e rischiano entro pochi anni, ancor prima della maggiore età, di essere rinchiusi a vita in strutture manicomiali.
, è in svolgimento un organizzato da (www.yap.it) , una ong presente in oltre 40 paesi del mondo, da oltre 75 anni impegnata sui temi della pace, della giustizia e degli scambi giovanili.
Giovani provenienti da varie parti del mondo (Francia, Stati Uniti, Inghilterra, Messico, Russia, etc.) condividono per qualche settimana le proprie specifiche diversità culturali, linguistiche, etniche, politiche, fisiche, psichiche e sensoriali.
Come sempre, tutte le azioni e le emozioni in scena verranno seguite, sottolineate, anticipate ed esaltate da una grande Orchestra, che suonerà dal vivo.
Il gruppo di base è costituito dal gruppo giovanile emergente , vincitore di numerosi premi negli ultimi due anni (www.fonderia.biz), a cui si sono uniti per l’occasione alcuni musicisti solisti più anziani. I sette musicisti prestano la propria opera in maniera assolutamente gratuita e volontaria e hanno dimostrato nel tempo grande impegno ed attaccamento ai percorsi sociali e culturali proposti dall’.
Il principio di base dell’ è quello della parità assoluta tra le persone partecipanti alle varie attività proposte: non esistono utenti ed operatori, ma semplicemente persone “portatrici di cultura”. La cultura è il bagaglio personale formato ed affinato dalle proprie percezioni sensoriali, dalle proprie difficoltà fisiche o psichiche, dai propri percorsi politici o filosofici, dalle proprie storie familiari o personali, dai propri credi religiosi.
L’happening teatrale nasce all’interno della manifestazione-, che da oltre dieci anni (siamo alla QuattordicesimaEdizione) l’ propone alla città di Roma, alla gente comune.
La manifestazione vuole essere una proposta-provocazione alla persona comune (sia essa impiegato o dirigente d’impresa, casalinga o atleta emergente, militare o volontario in servizio civile) a lasciarsi più spesso e più facilmente coinvolgere dalla diversità degli altri, mettendo in gioco, senza paura di essere derisa, anche la propria specifica e peculiare diversità.
Si invita la gente comune a giocare, cantare e ballare, in una festa multiculturale e variegata dei colori di ciascuno.
Anche quest’anno, la manifestazione è strutturata attorno ad un ideale , presso la (Roma, Via Rolando Vignali, zona Cinecittà Est), dove, ogni giorno (), si svolgono laboratori teatrali e ludici, attività ricreative, proiezione di film e riflessioni poetiche.
I bambini bielorussi, i volontari (con e senza disabilità) dell’Associazione, i giovani europei dello YAP-Italia, la gente comune del territorio si incontrano ogni giorno nella specifica diversità di ciascuno, per mettere in comune le difficoltà e valorizzare le peculiarità di ognuno.